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Scherma, grande curiosità attorno alla spada femminile a Vancouver dopo l’incredibile coincidenza verificatasi a Legnano

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Spada SCherma generica

La Coppa del Mondo di scherma è prossima a vivere la sua seconda tappa stagionale in cinque dei propri sei ambiti. Fra essi, meritano un occhio di riguardo quelli legati alla spada, prossimamente di scena a Vancouver, dopo essersi divisa tra Legnano (donne) e Berna (uomini) a metà novembre. È doveroso effettuare un ritorno su quanto accaduto nell’ouverture del 2023-24, poiché ha partorito risultati notevoli sotto svariati punti di vista.

Cominciamo dal settore femminile, dove si è assistito all’inatteso trionfo di Margherita Guzzi Vincenti, capace di imporsi per la prima volta in Coppa del Mondo all’età di 33 anni. D’accordo che l’Èpée è la più imprevedibile delle tre armi, ma l’affermazione dell’italo-americana ha del clamoroso. Non tanto poiché si parla di una veterana mai issatasi a certi picchi, bensì perché gli Stati Uniti non vincevano nella spada da tempo immemore.

L’ultimo successo stars&stripes nella spada femminile risaliva al novembre del 2016, quando a Suzhou fu Anna Van Brummen a levare le braccia al cielo. Dunque è stata spezzata un’astinenza pari a 7 anni esatti. Un periodo nel quale, peraltro, gli Usa hanno festeggiato fuori dal fioretto solo una volta (Mariel Zagunis nella sciabola ad Atene, nel tetro marzo 2020 in cui incombeva la pandemia).

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L’evento sarebbe già rimarchevole di per sé, ma la tappa di Legnano ha portato in dote una dinamica invero sensazionale. Nella prova a squadre ha trionfato l’Ucraina, impostasi nella spada per la prima volta dall’appuntamento andato in scena a… Suzhou nel novembre 2016! Dzhoan Bezhura e Olena Kryvytska sono i trait d’union fra le due affermazioni, mentre le altre due compagne d’avventura sono cambiate (Kseniya Pantelyeyeva e Anfisa Pochkalova hanno ceduto il testimone a Vlada Kharkova e Inna Brovko).

Insomma, sembrerà incredibile, ma è vero. Nella spada femminile, a Legnano, due dinamiche verificatesi per l’ultima volta in contemporanea e poi mai più ripetutesi per sette anni, si sono ripresentate, di nuovo in simultanea, a distanza di ventiquattro ore! Un caso? Il destino? Limitiamoci a prendere atto di come ci fosse una possibilità infinitesimale che questo accadesse, eppure si è concretizzata, quasi come se il successo americano in ambito individuale e quello ucraino nella prova a squadre fossero legati indissolubilmente.

Foto: La Presse