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Tennis, Simone Vagnozzi: “La vittoria di Pechino è stata una svolta per Sinner, il sogno è vincere uno Slam nel 2024”

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Jannik Sinner

Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, si è raccontato ai microfoni di Sky Sport. Nello speciale “Io e Jannik – Storia di un coach“, il tecnico nostrano ha analizzato vari aspetti nella crescita del tennista italiano, di cui tutti parlano dopo una stagione assai positiva. Riscontri che vengono da lontano e in cui emergono aspetti peculiari anche della personalità dell’altoatesino.

Sinner è un po’ testardo a volte, tende ad arrabbiarsi. Finito l’allenamento però riesce a capire dove ha sbagliato. Una cosa che abbiamo potuto vedere a Roma e a Parigi quest’anno dove ha compreso perché ha commesso degli errori e cosa fare per migliorare“, ha dichiarato Vagnozzi.

La stagione 2023 è frutto di quella precedente, in cui abbiamo seminato. Ci sono stati dei problemi fisici e non è stata facile. Tutto quel lavoro fatto però, ha portato ai riscontri del presente. Nel corso di quest’annata abbiamo potuto vedere un’ottima partenza, considerando la sequenza da Montpellier a Montecarlo. Ha avuto un calo a Roma e a Parigi, ma penso che i passaggi importanti siano stati tre: la semifinale a Wimbledon, prima a livello Slam, grazie alla quale si è tranquillizzato; la vittoria del Masters1000 di Toronto che gli ha dato sicurezza; la vittoria del torneo di Pechino è stata la vera svolta perché aver battuto in tre giorni consecutivi Dimitrov, Alcaraz e Medvedev gli ha fatto capire che potesse riuscirci e questo l’ha supportato nelle vittorie di Vienna e della Coppa Davis, oltre che nel raggiungimento della Finale a Torino“, ha precisato il coach nostrano.

Parlando di aspetti legati al tennis in campo, Vagnozzi si è soffermato sulle variazioni: “L’anno scorso tanti quando parlavo di variazioni e di migliorare delle parti del suo gioco, mi dicevano che Jannik doveva essere sempre lo stesso. Noi abbiamo pensato di renderlo un giocatore migliore e di permettergli di vincere le partite anche contro tennisti che per caratteristiche erano più complicati, come Medvedev e Djokovic e all’inizio con Alcaraz. Penso che questi cambiamenti siano stati importanti. Questo non significa che lui debba fare sempre serve&volley o il back, ma cercare di renderlo meno vulnerabile ai colpi migliori degli altri“.

L’allenatore si è concentrato sui miglioramenti compiuti: “Sa leggere meglio lo scambio e alterna con maggior profitto i colpi, ma ha ancora ampi margini, come anche dal punto di vista fisico. Nel servizio ha trovato una sua consapevolezza dopo Pechino, dal momento che le sue percentuali di prime di servizio si sono alzate. Adesso possiamo lavorare su piccoli dettagli, per trovare la quadra, dal momento che negli ultimi tre mesi ha ottenuto un 64% di prime in campo, mediamente“.

E in vista del 2024: “Vincere uno Slam è il sogno, l’obiettivo è quello di stabilizzarsi tra i primi 4 del mondo e arrivare in fondo a tutti i tornei più importanti“.

Foto: LaPresse