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Rugby, i promossi e bocciati del Mondiale 2023: dagli Springboks all’Australia, ecco i top e i flop iridati

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Semi Radradra

Si è conclusa ieri la Coppa del Mondo 2023 di rugby e ad alzare la Webb Ellis Cup è stato il Sudafrica, che nella finalissima si è imposto 12-11 contro la Nuova Zelanda. Una Rugby World Cup da record e che ha regalato fortissime emozioni. In positivo, come per i vincitori finali, ma anche in negativo. Ecco, dunque, i promossi e i bocciati del Mondiale di Francia 2023.

RWC 2023 – I PROMOSSI

Non si può, dunque, non partire dagli Springboks. Erano tra i favoriti della vigilia, con Irlanda e Francia, e si sono confermati tali. Non solo hanno vinto la Coppa, ma la coppia Jacques Nienaber e Rassie Erasmus hanno saputo rendere emozionante anche l’attesa delle convocazioni per le partite. Arrivare in Francia con un solo tallonatore per avere la chance di chiamare l’infortunato Handré Pollard è risultato decisivo, così come la scelta di far partire spesso campioni come lo stesso Pollard o de Clerk dalla panchina. Insomma, una squadra forte, cinica (quarti, semifinale e finale vinte tutte di un punto!), ma anche folle. Giusto vincesse.

Promossi anche gli All Blacks, nonostante la sconfitta di ieri sera. Sono arrivati a un passo, anzi a un punto, dall’alzare la quarta Coppa del Mondo, loro che erano arrivati in Francia per la prima volta senza i favori dei pronostici. E il ko iniziale con la Francia sembra raccontare di un flop neozelandese e, invece, eccoli ancora qui. Ian Foster dice addio con una sconfitta di misura, sicuramente non è mai stato il tecnico ideale per questa squadra, ma in Francia si è tolto qualche sassolino.

Tra i promossi sicuramente rientrano le Fiji, la grande sorpresa arrivata fino ai playoff. I figiani nella fase a gironi hanno eliminato la ben più quotata Australia e nei quarti di finale hanno sfiorato il colpaccio contro l’Inghilterra. A pesare i classici errori figiani, la loro ingenuità, ma anche un arbitraggio indegno di questo livello. Ma di questo parleremo dopo. Menzione d’onore a Portogallo e Uruguay, due underdog che hanno regalato un rugby bello da vedere e concreto. L’Uruguay ha battuto la Namibia, ma soprattutto ha negato il bonus offensivo alla Francia e per un tempo ha spaventato l’Italia. Il Portogallo, invece, ha pareggiato con la Georgia e ha battuto proprio le Fiji, rischiando di eliminarle dalla corsa playoff.

A livello individuale sicuramente la palma va a Will Jordan, il metaman dei Mondiali con otto mete. Ha eguagliato campionissimi come Lomu, Habana e Savea (Julian), ma ieri ha mancato l’appuntamento con la storia. Non li ha superati, non ha segnato e merito, tra gli altri, è stato della difesa di Pieter-Steph du Toit. La terza linea sudafricana è stato il man of the match ieri sera in finale, ma in generale è uno dei giocatori più forti al mondo. Qualcuno disse che gli attacchi riempiono gli stadi, ma sono le difese a far vincere le partite. Ieri, con 28 placcaggi riusciti, du Toit non avrà riempito il Saint Denis, ma ha portato a casa la Coppa.

RWC 2023 – I BOCCIATI

Al primo posto, senza dubbio, tra i bocciati ai Mondiali ci sono l’Australia ed Eddie Jones. I bicampioni del mondo sono stati clamorosamente eliminati nella fase a gironi, battuti da Galles e Fiji, ma soprattutto i Wallabies hanno giocato un brutto rugby e non sono mai apparsi in grado di risalire la china. E tra quattro anni si gioca proprio in Australia. Serve un cambio di marcia radicale e in fretta.

Flop totale per la Romania, di gran lunga la peggior squadra dei Mondiali. Zero punti in classifica, ma soprattutto 287 punti subiti e una differenza punti di -255. Una squadra improponibile a questo livello, cui si accodano, poco meglio, la Namibia (255 punti subiti, -218) e il Cile (215 punti subiti, -188), con questo terzetto di vere e proprie squadre materasso. Bocciate le due favorite della vigilia, cioè Francia e Irlanda, uscite mestamente ai quarti di finale. Certo, hanno perso contro le due squadre poi giunte in finale, ma i padroni di casa e gli (ex) numeri 1 al mondo puntavano al titolo.

A livello individuale cartellino rosso (almeno qui!) a Owen Farrell. L’apertura dell’Inghilterra ci ha regalato nei playoff delle scene imbarazzanti, passando più tempo a parlare con gli arbitri, a protestare e a cercare di influenzarli che a giocare a rugby. Con le Fiji gli è andata bene, con il Sudafrica no. E parlando di arbitri, citazione d’onore per Mathieu Raynal, l’arbitro proprio di Inghilterra-Fiji. Dire che i britannici hanno vinto grazie all’arbitro è forse esagerato, ma sicuramente una prestazione pessima del fischietto francese che ha pesantemente condizionato il match e i Mondiali. In generale, comunque, bassissimo livello arbitrale in tutti i Mondiali e incoerenza costante nelle decisioni, soprattutto per i placcaggi alti e pericolosi.

Infine, bocciatura anche per World Rugby. O, meglio, rimandata a settembre. Effettuare i sorteggi dei gironi tre anni prima dei Mondiali è una follia incredibile ed è stato un suicidio sportivo. Basarsi sul ranking del 2020, infatti, ha portato le prime quattro nazionali al mondo a sfidarsi già ai quarti di finale, con Nuova Zelanda-Irlanda e Sudafrica-Francia che sono state delle semifinali anticipate. E, infatti, All Blacks e Springboks si sono giocati il titolo in finale. Per non parlare di un girone, il C, che vedeva al via come prime due teste di serie due squadre in crisi da tempo come Galles e Australia, mentre una formazione in gran spolvero come la Scozia (5° nel ranking prima dei Mondiali) si è ritrovata in un girone impossibile con Irlanda e Sudafrica. World Rugby rimandata e non bocciata perché ha già fatto mea culpa e, si spera, cambierà i tempi dei sorteggi per Australia 2027.

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