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Formula 1

F1, Frederic Vasseur sempre “insoddisfatto”. Ma in Ferrari chi comanda? Lui o Barabba?

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Carlos SAinz

La Ferrari archivia il Gran Premio di Città del Messico con il posto di Charles Leclerc e il di Carlos Sainz. I ferraristi, sotto la bandiera a scacchi, hanno perso due posizioni rispetto a quelle occupate sulla griglia di partenza. È diventata la consuetudine. Si sa come la SF-23 valga “X” sul giro secco e “X-Y” in termini di passo gara. Dinamica conclamata. Nessuno dotato di raziocinio o cognizione di causa si aspettava che la prima fila tutta rossa presupponesse a un trionfo. È andata proprio come si attendeva.

Cionondimeno, al temine del Gran Premio, Frederic Vasseur ha voluto sottolineare “di non essere soddisfatto” della partenza dei suoi piloti, che hanno prestato il fianco alle due Red Bull. “Concedendo la scia a tutti” ha tenuto a rimarcare il francese. Sarebbe cambiato qualcosa, nell’economia del risultato finale? No, ma il team principal ha voluto ribadire pubblicamente quanto accaduto.

Andate a rileggere le dichiarazioni del cinquantacinquenne transalpino al termine di ogni Gran Premio. Salvo rarissime eccezioni, quasi tutte seguono lo stesso schema, proprio come i weekend ferraristi. Nell’incipit dice “di non essere soddisfatto”. Segue analisi dell’accaduto con il metodo del bastone e della carota “non ha funzionato questo, però abbiamo fatto bene quest’altro”, Si trova un vulnus su cui migliorare, c’è sempre qualcosa di inaspettato (ieri era il passo di Hamilton), si chiude dicendo che certe situazioni non si possono ripetere e “si spera di fare meglio la prossima volta”. Poi, la prossima volta, punto a capo.

F1, Verstappen trionfa in Messico davanti a Hamilton. Ferrari bruciate in partenza, 3° Leclerc

Niente di sbagliato. Anzi, tutto giusto. Però la domanda sorge spontanea. Chi comanda in Ferrari? Frederic Vasseur o Barabba? Chi non ne fosse a conoscenza, deve sapere che l’espressione “Comanda Barabba” è un detto popolare per rimarcare sarcasticamente come lo scenario sia caotico. Appunto. Il problema della Scuderia di Maranello sembra proprio questo. Come è possibile che ogni maledetta domenica si commetta un errore o si venga colti in contropiede?

Non si sta gettando la croce addosso a Vasseur. Il transalpino è evidentemente stato catapultato in un contesto allo sbando a fine 2022. Il 2023 è a tutti gli effetti un anno di transizione e la prima “vera” Ferrari della sua gestione si vedrà nel 2024. Sappiamo come abbia effettuato una riorganizzazione interna e come stia cercando di plasmare la Scuderia di futuro nel modo migliore. Però, indipendentemente dal valore della SF-23, c’è palesemente ancora qualcosa da sistemare. Gli svarioni non sono figli della competitività della monoposto.

Dunque, il “perenne insoddisfatto” Vasseur riuscirà a trovare gratificazione? E con lui tutti i tifosi ferraristi? Teoricamente il francese ha tutti gli strumenti per rimettere ordine nel marasma, come trent’anni fa aveva fatto un suo connazionale in un altro momento di crisi del Cavallino Rampante. Quel transalpino aveva però carte blanche da parte di chi sedeva “nella stanza dei bottoni” e qualità fuori dal comune, come dimostrato dalla strada fatta nei tre decenni trascorsi dal 1993 a oggi.

L’attuale direttore sportivo ha la stessa abilità manageriale? O le stesse possibilità di ributtare Barabba fuori da Maranello, dove nel frattempo si è insediato nuovamente? Lo scopriremo solo vivendo, nel mentre si prende atto di come la hit parade delle dichiarazioni ferrariste abbia un nuovo numero 1. Il “dobbiamo capire” è passato di moda. Oggi tira il “non siamo soddisfatti”.

Foto: LaPresse