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Biathlon, oggi la Russia tributa l’estremo saluto ad Anfisa Reztsova. La sua grandezza va oltre i numeri

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Anfisa Reztsova

Quest’oggi la Russia ha tributato l’estremo saluto ad Anfisa Reztsova, la cui prematura scomparsa, avvenuta giovedì 19 ottobre a neppure 59 anni, ha riscosso un cordoglio unanime da parte delle istituzioni sportive e non. Anche i politici, compreso il presidente Vladimir Putin, non hanno mancato di onorare la memoria di un’atleta capace di scrivere, per davvero, la storia degli sport invernali.

Piazzatissima a livello individuale nello sci di fondo (è ancora oggi la donna con più secondi posti senza aver mai vinto una gara di Coppa del Mondo), ha saputo tramutarsi in una serial winner nel biathlon, ambito nel quale non si è fatta mancare quasi nulla. Anzi, ha aperto una via, dimostrando come imbracciare la carabina in età adulta per reinventarsi in un ambito differente da quello d’origine non fosse follia.

Adesso la dinamica viene data per scontata, ma trentacinque anni orsono non lo era affatto. Peraltro, Reztsova il suo oro olimpico nello sci di fondo lo ha vinto, seppur in staffetta. La medaglia del metallo più pregiato nella 4×5 km di Calgary 1988 fa il paio con quella conquistata, tutta da sola, nella sprint di biathlon ad Albertville 1992. Non sono tante le donne a poter dire di aver scalato la vetta d’Olimpia in due sport differenti. Diciamo pure che quelle riusciteci sulla neve si contano sulle dita di una mano monca.

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Se ne è andata sostanzialmente all’improvviso, lasciando quattro figlie, due delle quali hanno seguito le sue orme. Una potremmo anche rivederla in azione a breve, perché la trentaquattrenne Daria Virolaynen ha assunto cittadinanza finlandese, smarcandosi dall’embargo che ancora blocca la ventisettenne Kristina. È ferma da tempo immemore, ha a sua volta figliato ed è impossibile sapere a quale livello di competitività potrà ripresentarsi. Però ci sarà. Almeno l’intenzione è quella.

Per capire ciò che Reztsova ha rappresentato dove si rendono conto della sua grandezza, basti dire dove è stata sepolta. Al cimitero di Troekurovo. È dove riposano, tra gli altri, icone nazionali quali lo scrittore Vasily Grossman e il cosmonauta Konstantin Feoktistov; ma anche figure dissidenti, quali i giornalisti  Anna Politkovskaya e Dmitry Kholodov, assassinati per aver scavato dove “non avrebbero dovuto tirare” (difatti sono stati fermati prima di andare troppo a fondo). A Troekurovo ci finisce solo chi ha lasciato un segno nella storia. Della Russia e dello sport, indipendentemente dai freddi numeri, come Anfisa Antolyevna ha fatto.