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Atletica, Claudio Stecchi: “La tecnica di Duplantis non è imitabile. Voglio i 5,90, in Italia è dura fare asta”

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Claudio Stecchi

Pronto per ricominciare. Ci si prepara a una stagione piuttosto importante. Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono ormai all’orizzonte e per chi come Claudio Stecchi, già in possesso del minimo nel salto con l’asta, c’è la possibilità di prepararsi all’annata nel migliore dei modi. Dopo una meritata fase di stacco, concedendo a un po’ di tempo libero a New York, l’atleta azzurro farà ritorno in Italia per pianificare la propria tabella di marcia con il tecnico Giuseppe Gibilisco.

Nell’ultima puntata di Athletic2U, in onda sul canale Youtube di OA Sport e condotta da Ferdinando Savarese, Stecchi ha raccontato in primis come abbia affrontato la sua fase di stacco dalle gare: “La mia ultima gara è stata il 3 settembre a Berlino. Da quel momento ho avuto una fase di down completo. Del resto, avevo gareggiato in maniera molto intensa dal 15 maggio, quasi una volta a settimana. Per questo mi sono voluto concedere una pausa lunga“.

Farà ritorno in Italia, a Siracusa, dopo un anno nel quale è riuscito a ottenere il nuovo primato italiano a livello indoor di 5.82 e terminando la Finale mondiale a Budapest con un po’ di amarezza: “Penso di non aver mai fatto una stagione intera come questa. E’ stato un crescendo di gare, fino a trovare una stabilità di misure importanti a livello internazionale. Stagione completamente positiva, magari avrei voluto qualcosa in più ai Mondiali, ma va bene così. Bicchiere mezzo pieno“, ha dichiarato Stecchi.

In vista dell’annata a Cinque Cerchi non ci saranno cambiamenti: “Rimango fedele al mio allenatore e manterrò questo assetto anche nei prossimi due anni. La nostra squadra funziona e non ho motivi per cui cambiarla nel medio/breve periodo“.

Ripercorrendo i passi della stagione estiva, si è analizzato quanto accaduto: “Non posso lamentarmi per quanto ho ottenuto, certo avrei preferito fare una misura da 5.90, del resto il record italiano è il mio obiettivo principale. Ho disputato un’annata su un livello alto in una specialità in cui la competizione è davvero altamente qualificata. Certo, ho un po’ d’amarezza per la Finale mondiale perché in riscaldamento mi sentivo benissimo, ma poi ho avvertito un risentimento muscolare al tendine d’Achille destro. Per questo non potevo spingere e aver fatto 5.75 in quelle condizioni credo sia significativo. Mi trovo a gareggiare contro avversari molto forti e non parlo solo di Duplantis. Basta considerare che con 5.90 si concludeva in quinta posizione“.

Stecchi ha poi parlato del grande momento del salto con l’asta internazionale e ovviamente di Duplantis: “A mio parere rispetto a 10 anni fa sono molto cambiati gli allenamenti. Si segue un programma personalizzato in cui si tiene conto delle caratteristiche del singolo atleta per questo la tecnica è diversa e non uniformata. Duplantis è di un altro pianeta e fa la differenza in tutto. Bisognerebbe capire come faccia a prendere tutta quell’energia. Sicuramente ha una base di velocità notevole e poi ha sviluppato una tecnica talmente elastica che non è imitabile da nessuno, anche perché ha dei principi diametralmente opposti rispetto a quelli usati di consueto“.

Pensando alla prossima stagione, ci saranno i Mondiali indoor a marzo, gli Europei di Roma a giugno e le Olimpiadi di Parigi. Stecchi è stato molto chiaro: “Ho la fortuna di aver conquistato il minimo per la partecipazione ai Giochi e sicuramente seguirò una programmazione simile a quella dell’anno scorso. Riprenderò a gareggiare a metà gennaio e affronterò tante competizioni per trovare equilibrio tra sensibilità agonistica e picco di forma. E’ un modo in cui sono riuscito a completare una stagione intera e voglio seguirlo. Il minimo per la rassegna iridata indoor è molto impegnativo (5.90/91), ma credo di essere nella top-12 del ranking a punti. Per cui vedremo. Posso dire che andrò oltre Parigi 2024, anche perché voglio fare i Mondiali a Tokyo perché ho un conto in sospeso dopo quello che è accaduto ai Giochi del 2021“.

A conclusione, Stecchi ha fatto una valutazione sul movimento italiano dell’asta: “Al femminile la situazione è rosea, mentre a livello maschile si fa più fatica. Ho saputo della vittoria di Simone Bertelli negli Europei U20 e spero che lui riesca a migliorare sempre di più. Di sicuro, è una specialità non semplice perché di base serve una struttura e un buon allenatore. In Italia è complicato, ma spero che nei prossimi anni le cose possano cambiare“.

VIDEO INTERVISTA A CLAUDIO STECCHI

Foto: FIDAL/Colombo