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Golf, Francesca Fiorellini: “Junior Ryder Cup, le emozioni sono tante. L’anno prossimo andrò negli USA”

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Francesca Fiorellini

Per Francesca Fiorellini, assieme a Giovanni Binaghi, c’è la soddisfazione di poter giocare la Junior Ryder Cup. Tre giorni di spettacolo tra il Golf Nazionale di Sutri e il Marco Simone, a Guidonia Montecelio. E, visto che si parla di una giocatrice da due Junior Solheim Cup già nel proprio passato, di cui una da 3/3, si giunge anche al potenziale termine “valore aggiunto” in questi contesti. L’abbiamo raggiunta alla vigilia del suo impegno italiano per un racconto di sensazioni e idee anche su un futuro che sa di States.

Sei arrivata in Junior Ryder Cup facendo 3/3 in Junior Solheim Cup. Come ti sei sentita?

Il gioco è stato ottimo per tutta la settimana. Sono molto molto contenta, è stata un’esperienza incredibile. E avevo giocato anche due anni fa, e fu davvero bello. Ci sono diverse amiche e ci conosciamo“.

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Passare dalla Junior Solheim alla Junior Ryder che cos’è anche a livello di emozioni?

Sono due gare molto importanti, e sono una successiva all’altra. Le emozioni sono tante, ma negli obiettivi che mi ero prefissata dall’inizio dell’anno c’era quello di essere in squadra in entrambe le competizioni. Ovviamente i tornei sono tanti durante l’anno, per esempio dopo la Junior Ryder Cup andrò in Canada per i Campionati del Mondo e poi ne farò un altro dopo una settimana e mezza. Le gare sono veramente tante, bisogna gestire al meglio la forma fisica“.

Hai vissuto un ottimo anno: tanti risultati in Europa, e hai messo in piedi una classifica da numero 5 continentale.

Questo è stato un bell’anno, ho avuto tante soddisfazioni, questo secondo pezzo è stato la conferma e la coronazione di un buon anno“.

Hai parlato di Canada: tu hai già deciso di andare all’università negli USA?

Andrò in America, al college, a UCLA, nel 2024. Andrò a studiare a Los Angeles, dove potrò intraprendere sia la carriera golfistica competendo con le migliori giocatrici che lo studio in una buona università e laurearmi“.

Ormai non c’è italiana che voglia migliorare che non vada negli States. Come consideri questa cosa?

Penso che l’America sia un’esperienza incredibile, dove cresci, impari a conoscere te stesso, vivi da solo. Ed è proprio un altro mondo, è un’esperienza che ti forma in maniera completa. Negli USA il livello è molto alto, tutte le migliori giocatrici competono lì, il circuito americano ha un livello incredibile. Le università sono molto buone, questo mi può permettere di conciliare entrambe le strade, prendere una buona laurea. Penso che avere una seconda strada, una laurea, sia molto importante“.

Come giudichi il fatto che i primi due giorni li disputerete al Golf Nazionale e il terzo al Marco Simone?

Penso che sia comunque bello. Il Marco Simone è un campo veramente bello e preparato al top per l’occasione“.

E giocherete quando i big faranno la pratica.

Esatto. Almeno li vediamo anche sul campo, c’è la cerimonia di apertura lo stesso giorno. Sarà molto bello“.

Con Giovanni Binaghi quanto vi conoscete?

Ci conoscevamo, però non molto bene. Adesso con quest’esperienza ci conosceremo meglio. Probabilmente giocheremo un doppio insieme“.

Quanto conoscevi già i compagni e le compagne del Team Europe?

Le ragazze le conosco tutte benissimo, giochiamo tutto l’anno insieme, facciamo le stesse gare. Quattro ragazze hanno giocato la Junior Solheim Cup l’anno scorso in Ohio. Ci conosciamo veramente bene. Le americane le ho viste in alcuni tornei, ma ovviamente le conosco un po’ meno bene“.

Come hai cominciato con il golf?

“Ho iniziato a giocare quando avevo 4-5 anni a Castel Gandolfo. Mia madre e mio padre giocavano, mi hanno portato al golf per la prima volta, io ho provato e da lì sono arrivata fino a oggi”.

Per te qual è stata la figura che ti ha ispirata di più?

Tiger Woods è un’ispirazione forte. Lo ammiro tantissimo. Tra le donne Nelly Korda mi piace veramente tanto. L’ho vista giocare in Solheim Cup, è incredibile per come sta in campo“.

Quali sono i tuoi obiettivi a breve-medio termine?

Sono le gare che stanno arrivando, la Junior Ryder Cup, i Campionati del Mondo Under 18, e poi dall’anno prossimo i primi tornei negli States e lì si aprirà un nuovo capitolo della mia vita. Nuovi tornei, altre giocatrici, più toste“.

Sogni nel cassetto?

Mi piacerebbe prendere la laurea all’università e poi provare a passare professionista e vedere come va. Giocare sul LPGA Tour“.

Dov’è che senti di avere la maggiore forza e dove di voler migliorare?

Nel gioco sono abbastanza precisa con i ferri. Mi piacerebbe migliorare la parte della distanza, con il drive. Vorrei essere un po’ più lunga e lavorare su quello“.

Di quello che hai fatto finora cosa ti ha dato la maggiore soddisfazione?

Giocare queste due Junior Solheim Cup in squadra. Il golf è uno sport individuale, e lo è anche la vittoria. Le gare a squadre ti permettono di condividere la vittoria con la tua squadra ed è un’emozione ancora più grande, perché si sente un gruppo. Ed è bellissimo. Per questo queste sono state le due esperienze più belle“.

A UCLA ci erano andate anche Emilie Alba Paltrinieri e Alessia Nobilio. Le hai sentite per farti dire qualche cosa?

Sì. Ero abbastanza indecisa inizialmente, poi ho visitato un po’ di università, ho sentito il loro parere e dicono che ottima e si stanno trovando molto bene. Si divertono e riescono a conciliare entrambi gli aspetti. Quando sono andata a visitarla mi è piaciuta moltissimo e ho deciso di andare lì“.

Nel 2021 sei stata con Annika Sorenstam come capitana. Che impatto hai avuto con lei?

E’ stato incredibile. Mi ha chiamata proprio lei per comunicarmi di essere stata selezionata. Per me è stata un’emozione incredibile. Ho avuto modo di conoscerla durante la competizione, è una donna che ci ha insegnato tantissimo sia dentro che fuori dal campo. Ci ha motivati ed è super umile, con tutte le vittorie che ha ottenuto e le soddisfazioni e la storia è comunque una persona umilissima. Ci ha supportate, è stata con noi, ci ha dato consigli. Mi ha veramente aiutata tanto“.

E ha tenuto tanto a far capire che donne e uomini possono giocare insieme. Non per caso c’è stato lo Scandinavian Mixed negli ultimi due anni e nel 2022 ha vinto una donna.

Linn Grant. Una competizione sia maschile che femminile. Sono un po’ particolari quelle mischiate, però lei è una grandissima giocatrice. Ho visto giocare anche lei in Solheim Cup. E’ vero che nel golf le donne possono giocarlo e dare spettacolo e far vedere che hanno un gioco incredibile anche loro, non solo gli uomini“.

Foto: Federazione Italiana Golf