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Ciclismo, Gianni Savio: “Sto lanciando corridori interessanti, ho un sogno nel cassetto. E la Vuelta Jumbo…”

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Abbiamo raggiunto telefonicamente Gianni Savio, che inguaribile romantico del ciclismo com’è, in questa stagione (dopo le vicissitudini con la Drone Hopper ndr) è ripartito da una categoria inferiore a quella precedente, con una formazione Continental – la GW Shimano Sidermec –  team italo-colombiano intenzionato a fare crescere nuovi campioni come i vari Andrea Tafi, Egan Bernal, Alessandro De Marchi, Davide Ballerini, Fausto Masnada e Mattia Cattaneo giusto per citarne alcuni.  Insieme al “Principe” abbiamo stilato un primo bilancio della sua 39esima stagione nel mondo delle due ruote per poi parlare anche di Vuelta di Spagna dominata dalla formazione olandese Jumbo-Visma.

Gianni, come stai?

“Insomma, sono caduto una quindicina di giorni fa, ho battuto forte la schiena e ho una frattura vertebrale. Adesso sto recuperando piano piano”. 

Quest’anno sei ripartito da una squadra Continental colombiana, un paese la Colombia che negli anni ti ha regalato molte soddisfazioni con i tuoi atleti. Uno su tutti Egan Bernal…

“Esattamente, tengo i contatti con i direttori sportivi della mia squadra però ovviamente mi mancano enormemente le corse e pensare che stiamo correndo ma io sono qui bloccato a casa, mi fa soffrire molto”.

Qual è il bilancio sino ad ora della tua squadra? Siete soddisfatti?

“Il bilancio per essere una formazione Continental lo considero decisamente buono: abbiamo vinto 27 corse ovviamente e prevalentemente il Colombia, anche perchè abbiamo dovuto privilegiare l’attività colombiana del nostro main sponsor GW. E’ un bilancio buono ma non tanto per queste vittorie che comunque hanno gratificato molto il nostro primo sponsor, ma perchè abbiamo dei buoni giovani interessanti. Ho accettato di ripartire da una Continental a patto che ci fosse dietro un progetto interessante. Al Giro d’Italia Next Gen Gomez e Umba hanno conquistato la top10 nella generale e siamo arrivati terzi nella classifica a squadre”. 

E il prossimo anno? C’è l’obiettivo Professional?

“Vale il discorso dello scorso anno. Io e Marco Bellini stiamo lavorando molto, l’intenzione era di ritornare subito Professional, ma avevamo una trattativa che però si è arenata e adesso stiamo valutando altre proposte ma prima dobbiamo essere certi al 100% di avere tutte le garanzie economiche necessarie, non vogliamo che succeda come successo in precedenza con la Drone Hopper. Grazie a Pino Buda di Sidermec siamo poi riusciti a portare a termine la stagione, cedendo anche i contratti di Andrea Piccolo e Jefferson Cepeda e poi abbiamo trovato questo abbinamento in Colombia, paese nel quale sono molto conosciuto avendo lavorato lì molto”. 

Ad oggi qual è stato il momento più bello da quando sei nel mondo del ciclismo?

“Ce ne sono stati diversi, tra i tanti ho scoperto e lanciato tra i professionisti Leonardo Sierra nel 1990 e vinse la tappa dell’Aprica al Giro da neo professionista riuscendo a centrare anche la top10 nella generale. Nelson Rodriguez è un altro corridore che mi ha regalato delle gran belle soddisfazioni. Poi Michele Scarponi che vinse la classifica generale alla Tirreno e tre tappe al Giro in due stagioni con noi ed Egan Bernal è stato un altro corridore che mi ha dato molto. Tutti i ragazzi che ho avuto mi hanno lasciato dei ricordi indimenticabili”. 

E quello più complicato invece?

“Lo scorso anno, e quindi il 2022. E’ stata la stagione più complicata in assoluto perchè sia io che Marco Bellini abbiamo fatto l’impossibile per salvare la squadra”.

Qual è l’aspetto che più ti piace del ciclismo?

“Le salite, queste sono un aspetto romantico del nostro sport. Il corridore solo al comando sulle grandi salite per me è la poesia del ciclismo”.

Dopo 39 stagioni, qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Indossare con un nostro corridore la Maglia Rosa”.

Parlando invece di Vuelta che idea ti sei fatto?

“Che la Vuelta potrebbe chiamarsi Vuelta Jumbo (ci dice ridendo, ndr). C’è un predominio totale da parte dei calabroni”.

Chi è il tuo favorito?

“Non ho favoriti, perchè in questo strapotere assoluto della Jumbo i tre si attaccano sportivamente tra loro. E’ molto difficile stabilire un favorito. Certamente vincerà un corridore della Jumbo, anche perchè non vedo nessuno che possa contrastarli”.

E per il podio ci può essere un terzo incomodo?

“Penso di no, sarà un podio storico composto da tre corridori della Jumbo, salvo cause di forza maggiore. Il ciclismo è uno sport affascinante anche perchè imprevedibile e quindi in questa imprevedibilità ci metto anche che un corridore della Jumbo possa non salire sul podio. E’ una Vuelta che appassiona molto sopratutto grazie a questi tre ragazzi che si attaccano sportivamente e quindi il pubblico da casa segue con attenzione perchè non ha la certezza di chi possa vincere in casa Jumbo. Da quando sono nel ciclismo, e non sono pochi anni, non mi ricordo una corsa a tappe con tre corridori della stessa squadra sul podio e rimarrà per sempre nella storia del nostro sport”.