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Tennis, Puppo: “Djokovic era motivato per la questione vaccino. Mai nessuno come Alcaraz a 20 anni”

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Una partita stupenda e memorabile. Nel cuore della notte italiana, Novak Djokovic e Carlos Alcaraz hanno dato vita a un confronto epico nella Finale del Masters1000 di Cincinnati. Un match durato quasi quattro ore di gioco nel quale Nole è riuscito a spuntarla con il punteggio di 5-7 7-6 (6) 7-6 (4), piegando lo spagnolo in un match dagli alti contenuti tecnici ed emotivi.

Per Djokovic si è trattato del 39° titolo 1000 della carriera ed è stata una vera e propria rivincita dopo la Finale di Wimbledon persa proprio contro Alcaraz. Ad analizzare quanto accaduto nella sfida sul campo dell’Ohio, è stato Dario Puppo, nell’ultima puntata di TennisMania, in onda sul canale Youtube di OA Sport.

Sono ammirato e anche sorpreso dal livello di gioco della Finale di Cincinnati. Spiace che i due abbiano dovuto giocare in condizioni climatiche così disagiate per il caldo, ma devo dire che soprattutto per quanto si è visto nel terzo set c’è solo da applaudire quanto entrambi hanno messo in mostra. Non pensavo che Djokovic, sotto di un set e di un break nel secondo, riuscisse a spuntarla“, ha ammesso Puppo.

Credo che Nole avesse anche delle motivazioni particolari, visto che per due anni non ha potuto giocare negli States a causa del veto per il vaccino anti-Covid. Lui veniva da un periodo di inattività, non avendo mai giocato dopo Wimbledon, per cui è stato sorprendente come sia riuscito a salire così tanto di livello per contrastare un avversario del calibro di Alcaraz“, ha sottolineato il collega di Eurosport.

La partita ha poi evidenziato la grande qualità di entrambi nel giocare in maniera pazzesca i punti importanti, ricordando come siano stati annullati i match point e con Alcaraz che ha deciso di scendere a rete, nonostante la risposta di Djokovic sia una delle migliori del circuito, se non la migliore. Da questo punto di vista, anche per il modo di interagire in italiano nei momenti più complicati, Nole mi ricorda un po’ Kobe Bryant, avendo anche nel proprio staff uno come Marco Panichi con cui interagisce spesso“, la precisazione di Puppo.

Una sfida generazionale in cui Djokovic ha dovuto fare affidamento sul suo eccezionale lavoro, che nel tempo gli ha fatto raggiungere vette di tennis tali che contro questo Alcaraz sono state necessarie per non essere sconfitto. Carlitos ha una propensione straordinaria e nessuno a 20 anni ha fatto le cose che fa lui in campo, considerando i risultati già ragguardevoli. Alcaraz è come un equilibrista, in quanto il suo è un tennis brillante e per mantenere il suo standard deve sempre rischiare, perché è la sua natura“, l’analisi del telecronista di Eurosport.

Resterà il match dell’anno e mi auguro di rivedere una qualità simile anche agli US Open tra due giocatori diversi, in grado di confrontarsi in una maniera pazzesca in campo“, la chiusura di Puppo.

IL VIDEO DELL’ULTIMA PUNTATA DI TENNISMANIA

Foto: LaPresse