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Ciclismo

Mondiale ciclismo femminile 2023: Italia mai così male dal 2008, specchio di una stagione maledetta

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Balsamo Longo borghini

La gara in linea riservata alle donne elite ai Mondiali di Glasgow 2023 non ha regalato i risultati attesi per quanto riguarda la Nazionale Italiana. Le previsioni della vigilia non vedevano le azzurre favorite, un po’ per una Lotte Kopecky che appariva troppo superiore, un po’ per l’assenza di Elisa Longo Borghini, un po’ per le caratteristiche del percorso. Il 12° posto di Silvia Persico è però forse al di sotto di quello che si poteva sperare, proviamo ad analizzare quanto accaduto.

La strategia della nazionale del CT Paolo Sangalli è sembrata chiara sin dal primo momento: rimanere sempre davanti, provare a entrare nelle fughe buone e controllare la corsa senza paura di sprecare energie. Le avvisaglie di una giornata difficile arrivano però molto presto: nella prima fuga “vera” ci sono componenti dei Paesi Bassi, del Belgio, della Francia, ma non dell’Italia. Una distrazione che costringe Soraya Paladin a provare a chiudere da sola pochi chilometri dopo.

Scampato il primo pericolo le azzurre si ricompattano e corrono bene, con Persico incollata alla ruota di Kopecky e in grado di rispondere a ogni attacco, pur non collaborando mai ai tentativi di allungo della belga. Nella fase cruciale della corsa, quando il gruppo si seleziona all’interno del circuito, le azzurre sono ancora cinque in testa, numero raggiunto solo dalle solite oranje.

Kopecky attacca ancora, Persico risponde insieme a tutte le altre big ma non collabora ed Elise Chabbey prova a scappare. Il gruppo si ricompatta e le azzurre sono ancora tutte lì. Balsamo ci prova senza troppa convinzione, Persico risponde ancora una volta ad un attacco di Kopecky che non va in porto. Poi l’azione decisiva: attacca prima Van Vleuten, poi ancora Kopecky. Si forma un gruppo con tutte le migliori, ma senza alcuna azzurra.

A quel punto la gara per le italiane è sostanzialmente finita. Chiudere sulle atlete più forti del mondo in questo circuito si rivela impossibile e Persico è costretta a sprintare per una posizione di rincalzo oltre la top10. Il risultato finale è un 12° posto ben poco esaltante. Mai l’Italia così male in un Mondiale dal lontano 2008 quando Giorgia Bronzini fu la migliore italiana al 14° posto. Nel nuovo millennio è solo la quarta edizione senza un’azzurra in top10.

Le cause di questo risultato vanno cercate ovviamente all’interno della corsa, con Persico che si è fatta sorprendere proprio nel momento decisivo, ma inevitabilmente anche fuori, dove le difficoltà non sono mancate. Dopo due stagioni di livello stellare, il movimento femminile azzurro sta vivendo un 2023 francamente sciagurato, in cui tutte le sfortune sembrano starsi concentrando sulle atlete di punta.

Elisa Longo Borghini era assente per un’infezione cutanea rimediata durante il Tour de France, togliendo alla nazionale quella che sarebbe stata senza dubbio la carta migliore. Elisa Balsamo è ancora lontana dalla condizione migliore dopo l’infortunio alla RideLondon Classic, discorso che vale ovviamente anche per Marta Cavalli e Vittoria Guazzini, atlete di spessore ma ancora “in convalescenza” dopo due infortuni piuttosto gravi.

Quello che è giusto fare è dunque prendere atto di un risultato negativo all’interno di una stagione sfortunata e guardare con fiducia al futuro. D’altronde, nonostante tutto, il 2023 è stato anche l’anno in cui Silvia Persico ha vinto la Freccia del Brabante, in cui Gaia Realini è esplosa come una delle migliori scalatrici in gruppo, in cui Chiara Consonni ed Eleonora Camilla Gasparrini hanno consolidato lo status di giovani tra le più interessanti sul panorama internazionale. Arriveranno stagioni migliori.

Foto: Shutterstock