Seguici su

Basket

Basket, Paul Eboua: “Promozione bellissima anche per la qualità del lavoro fatto. Con umiltà si risale”

Pubblicato

il

Paul Eboua

Si dice Paul Eboua, si legge uno dei grandi protagonisti della promozione della Vanoli Cremona. Per i lombardi c’è anche il suo nome da iscrivere tra quelli di spicco nell’annata in grado di riportare il club, dopo un solo anno, in Serie A. Nelle settimane successive al traguardo raggiunto dalla società che ha dato maggior lustro al basket cremonese negli ultimi 14 anni si è raccontato per parlare di tanti aspetti della pallacanestro, nel suo mondo e non solo.

Per te che sensazioni ci sono state nella promozione con Cremona?

Molto grandi. Non solo per la promozione, ma anche per la qualità del lavoro che abbiamo fatto. Abbiamo vinto Supercoppa e Coppa Italia, e farlo con questa squadra e questo gruppo è stato fantastico“.

Gruppo di una città che negli anni ha dimostrato di tenere particolarmente alla pallacanestro.

Sì, è molto bello vedere il palazzetto pieno il giorno della partita. E’ una cosa molto grande per la città, specialmente dopo l’anno passato, che è stato difficile per la pallacanestro cremonese. Tornare subito su dopo un anno così non è facile né scontato, è sempre bello“.

E dire che Cremona non era, per andamento della stagione, la squadra favorita, al netto di Supercoppa e Coppa Italia.

In campionato abbiamo avuto degli up&down, specialmente per infortuni, soprattutto quello di Cannon è stata una botta. La nostra squadra ha subito tantissime trasformazioni, questo ci ha permesso di giocare sempre in emergenza e migliorare, ci ha trasformati tutti“.

E il gruppo Verde era particolarmente forte, con Cantù, Treviglio, Torino e Urania Milano.

Lì per lì non si poteva dire nulla. Quelle squadre erano molto forti. Non si poteva sapere chi poteva vincere o meno. E’ stato un bel livello per il campionato“.

Vincere a Bologna e a Forlì, palasport molto caldi, per voi cos’ha significato?

Crescere, vedere tutto il lavoro fatto durante l’anno, continuare a giocare con la mentalità giusta, seguendo le istruzioni del coach, arrivare lì con la massima concentrazione“.

Il gruppo di Cremona di A2 ha avuto tanto talento (vedi Pecchia, Denegri). Per te cos’ha significato farne parte a livello tecnico e umano?

Ha significato tanto per me: questi ragazzi sono come i miei fratelli ora. Siamo stati bene sia dentro che fuori dal campo, questa è stata una cosa in più. Se c’è qualcosa che non va bene non litighiamo in campo, ma iniziamo a parlarci. Ed è una cosa in più, chapeau anche a Conti per aver fatto una squadra così. E anche con il coaching staff ci siamo incastrati bene“.

Tu sei passato in poco tempo dal sogno NBA alla G League, poi alla A e all’A2. Per te questa in qualche modo è stata una ripartenza, in tutti i sensi.

Sì, mi serviva. Ne ho parlato anche con Andrea a inizio campionato. Lui sapeva cosa mi serviva e io sapevo cosa mi serviva. Quindi è stata una scelta giusta. Anche il coach mi ha dato tanti consigli non solo per il basket. Con umiltà si risale“.

Quale livello di gioco hai trovato in A2?

Ho trovato un buon livello. C’era competizione, tutte le domeniche dovevi sudare per vincere“.

E a proposito di livello, quale hai trovato in G League?

E’ un altro gioco. Non ho molto da dire su quell’argomento. C’è una mentalità più americana, era veramente più dinamico. La squadra è costruita sugli shooter, loro non sono timidi“.

Quali sono gli aspetti su cui senti di voler migliorare?

Essere consistente al tiro e sulla difesa lontano dalla palla“.

Che rapporto hai avuto con Demis Cavina?

Buono. Mi sono trovato molto bene con lui come persona e allenatore e come filosofia di gioco“.

Cremona ha unito un gruppo di esperti con uno di giovani che stanno cercando di emergere. Quanto ha funzionato il fatto di unire queste due anime?

E’ stato un bel mix di veterani e giocatori come noi. C’era anche Filippo Gallo all’inizio. Alla fine serve a rimanere con il gruppo compatto, sempre ad avere la testa fredda quando ci sono situazioni complicate in campo. Lì si vede la differenza, loro sono stati importanti“.

Tu sei arrivato in alto in poco tempo e sei già praticamente con mille vite.

Sì, ho fatto tutto quello che c’era da fare per un giovane della mia età facendo il Jordan Brand Classic, l’Eurocamp, il Basketball Without Borders, poi l’esperienza in America. Questa è una cosa in più, un’esperienza che non puoi avere se non l’hai fatta“.

Quant’è importante per te il rapporto che hai avuto con la Stella Azzurra?

Molto. Quella è un po’ casa mia, sono sempre in contatto con loro“.

Per te cambiare mondo quando sei arrivato in Italia cos’è stato?

Un’opportunità. Fare quello che voglio fare al massimo livello, per arrivare dove voglio arrivare io“.

E tornare a dare qualcosa al Camerun, per il quale hai giocato.

E andrò ancora con il Camerun quest’estate. Voglio dare il contributo alla mia patria“.

Tra voi che siete arrivati in Italia, in senso cestistico, quanto vi sentite in contatto?

Sono in contatto soprattutto con tutti quelli che vengono dal Camerun, mi sento con tutti loro“.

Come giocatore per te chi ha avuto l’influenza maggiore per il giocatore che sei ora?

Nessuno ha avuto un’influenza. provo a guardare le cose che mi piacciono dei giocatori e cerco di metterle nel mio gioco. Sono consapevole dei miei limiti. Provo a essere più perfetto possibile guardandoli, non c’è uno su cui mi sono focalizzato“.

Cosa per te non deve mai mancare in un gruppo squadra?

Il fatto di essere un gruppo compatto, la solidità. Lo spogliatoio“.

Che è quello cui ti riferivi prima, perché hai detto che a Cremona le discussioni erano positive.

Infatti è un gruppo in cui le cose si risolvevano sempre in una maniera positiva. Magari giocavamo, qualcuno dice ‘guarda, la prossima volta fai così’. Per migliorare, o per far stare sul pezzo. Sempre qualcosa di energetico, con positività“.

Andrea Pecchia è sceso anche lui in A2 per ripartire. Anche lui ha vissuto una bella stagione. Tu cosa ne pensi?

E’ una super persona. Molto intelligente, lavoratore, molto simpatico. E’ stato il capitano della squadra e l’abbiamo seguito: si sono visti i risultati“.

Qual è stata finora la più grande soddisfazione che hai avuto nella pallacanestro?

Magari risponderò in un altro anno, nei prossimi anni“.

Credit: Ciamillo