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Basket, i convocati dell’Italia per i Mondiali ai raggi X. Tra punti di forza e deboli: deve emergere il collettivo

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Mancano solo due giorni all’esordio dell’Italia contro l’Angola ai Mondiali. La Nazionale si presenta nelle Filippine dopo una fase di preparazione perfetta, con sette vittorie in altrettante amichevoli. La squadra di Gianmarco Pozzecco vuole provare a stupire ancora una volta, sognando di arrivare dove nessun altro gruppo ci è mai riuscito. L’Italia parte un po’ nascosta dietro alle favorite, ma ha carattere e talento per spingersi lontano.

Proprio il collettivo è la vera forza dell’Italia. Già prima con Sacchetti e poi successivamente con Pozzecco, è stato il gruppo a fare soprattutto la differenza. Le imprese contro la Serbia, le cavalcate alle Olimpiadi e agli Europei, dove solo la fortissima Francia (con anche un po’ di fortuna) ha spezzato e fermato i sogni azzurri. Non saremo sicuramente la squadra con più talento, quella più fisica, ma sicuramente saremo una squadra, con la S maiuscola.

La stella è quel Simone Fontecchio, che è pronto a prendersi nuovamente sulle spalle l’attacco azzurro. Le ultime tre estati in azzurro sono state eccezionali e quei maledetti liberi con la Francia possono essere una ulteriore spinta per fare ancora meglio e cancellare quel brutto ricordo. L’Italia dipenderà molto dal rendimento del giocatore degli Utah Jazz, che ha nel Mondiale anche la grande vetrina per mettersi ulteriormente in mostra agli occhi di coloro che lo seguono oltreoceano.

Su Nicolò Melli si è speso lo stesso Pozzecco, definendolo il giocatore più forte della storia dell’Italia. Probabilmente un apprezzamento eccessivo, ma il numero nove azzurro è assolutamente fondamentale per questa Nazionale. Può essere una chiave offensiva importante, ma soprattutto è in difesa dove ci si aspetta il massimo dal capitano dell’Olimpia Milano, costretto ancora a sacrificarsi nel ruolo di centro.

Il quintetto titolare dovrebbe essere completato da Marco Spissu, Stefano Tonut ed Achille Polonara, da sempre fedelissimi (soprattutto Spissu e Polonara) di Pozzecco. Il play sardo riesce a dare il meglio di sé più con la maglia azzurra che con quella del club; la guardia lombarda è cresciuto molto con Milano e può essere un giocatore determinante sui due lati del campo; l’ala marchigiana ha vissuto una stagione tribolata, ma la sua capacità di aprire il campo e segnare dall’arco è una delle opzioni chiave del gioco azzurro.

Questo il probabile quintetto, ma la panchina dell’Italia è di alto livello. Il primo nome a uscire da lì è quello del capitano Gigi Datome, alla sua ultima apparizione da giocatore. Con la maglia di Milano ha chiuso vincendo lo Scudetto da MVP ed ora il sogno è quello di mettere la parola fine ad una carriera leggendaria con una storica medaglia. Datome sarà un’arma fondamentale per Pozzecco.

Nel reparto piccoli spazio anche alla solidità difensiva di Alessandro Pajola e al talento smisurato di Matteo Spagnolo, spesso provati insieme dal CT azzurro per una combo che può davvero cambiare le sorti delle gare azzurre. Altro uomo chiave dalla panchina è Pippo Ricci, giocatore di grande intelligenza e che Pozzecco sfrutta in tanti ruoli e in tanti tipi di quintetto.

L’atletismo e l’esplosività del giovane Gabriele Procida, la voglia e l’entusiasmo di Momo Diouf, le bombe da tre di Luca Severini vanno a completare il quadro. Un’Italia che avrà sicuramente dei punti deboli (manchiamo in centimetri e in fisicità), ma che è capace di andare oltre questi limiti e di sfruttare le sue caratteristiche al meglio. Questa Nazionale non deve sottovalutare nessuno, ma non deve avere nemmeno paura di nessuno.

Credit Ciamillo