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Atletica, l’anno nel limbo di Andy Diaz. Un big del salto triplo che dovrà stare a guardare ai Mondiali

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Andy Diaz

La cittadinanza italiana c’è, la bandierina tricolore a fianco del nome è arrivata ma Andy Diaz, specialista del salto triplo e nuovo primatista italiano, dovrà ancora aspettare per indossare la maglia della Nazionale azzurra in una grande manifestazione sportiva. Le regole di World Athletics sulle naturalizzazioni sono fra le più restrittive e dicono che un atleta deve attendere tre anni dall’ultima chiamata nella sua prima Nazionale di appartenenza prima di poter essere convocato dalla nuova Nazionale.

Andy Diaz è stato convocato dalla nazionale cubana per i Giochi Olimpici di Tokyo ma lui non ha risposto alla chiamata. Questo non permette all’ex cubano di anticipare i tempi della sua chiamata in Nazionale azzurra. Diaz dovrà attendere l’inizio di agosto del 2024 per potersi liberare dal “vincolo” e vestire la maglia azzurra.

Una sorta di mannaia sulla testa dei sogni olimpici del primatista italiano che dovrebbe riuscire a qualificarsi per i Giochi come atleta neutrale per poi essere chiamato dall’Italia. Una procedura che deve essere ratificata da World Athletics che creerebbe un precedente pericoloso: per questo è complicato farsi illusioni sulla presenza di Diaz a Parigi, mentre poi dalla seconda metà del 2024 il triplista allenato da Fabrizio Donato sarebbe italiano a tutti gli effetti.

Proprio per questo Diaz sta centellinando le sue presenze nei palcoscenici di altissimo livello, mentre lo scorso anno fu protagonista nella Diamond League vincendo il titolo nel salto triplo. Il neo-italiano (che ha migliorato il primato nazionale al Golden Gala portandolo a 17.75) si sta allenando duramente e attende con ansia la prossima stagione quando, in un modo o nell’altro, sarà protagonista perché a seguire i Giochi olimpici, sono in programma gli Europei di Roma e lì Diaz potrà essere presente con la maglia della Nazionale.

La speranza è l’ultima a morire, quello che è certo è che Andy Diaz dovrà guardare da spettatore interessato alla Tv o in tribuna il Mondiale 2023 di Budapest. Un altro piccolo sacrificio per poter arrivare in fondo ad una storia complicata.

Foto: Bruschettini/FIDAL