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Wimbledon, Sinner in semifinale senza aver affrontato un solo top70. I casi simili del passato

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Jannik Sinner

Jannik Sinner ha raggiunto nella giornata di ieri la sua prima semifinale Slam in carriera e venerdì affronterà il serbo Novak Djokovic con in palio un posto nella finale di Wimbledon 2023. Un risultato molto significativo per il tennista altoatesino classe 2001, che diventa il terzo giocatore italiano capace di arrivare tra i migliori 4 ai Championships (dopo Nicola Pietrangeli nel 1960 e Matteo Berrettini nel 2021).

Il ventunenne di Sesto Pusteria è inoltre l’azzurro più giovane di sempre a giocare la semifinale di un Major, strappando ad Adriano Panatta questo record di precocità. Sinner è stato bravissimo a sfruttare un tabellone molto favorevole, riuscendo a gestire la pressione di essere sempre il grande favorito in ogni singolo match e regalandosi la possibilità di sfidare nuovamente Nole sul Centre Court più importante al mondo un anno dopo la bruciante sconfitta ai quarti (da un vantaggio di due set a zero).

Jannik, per arrivare alla semifinale, ha eliminato nell’ordine gli argentini Juan Manuel Cerundolo (n.111 ATP) e Diego Schwartzman (n.98), il francese Quentin Halys (n.79), il colombiano Daniel Elahi Galan (n.85) ed il russo Roman Safiullin (n.92). Un cammino tutto sommato agevole per l’ottava testa di serie del seeding, che è infatti il primo tennista di sempre (in campo maschile) a raggiungere questa fase del torneo all’All England Club senza aver mai affrontato un top70 del ranking mondiale.

In realtà non si tratta di un unicum a tutto tondo nell’ambito dei Major, anche se resta un avvenimento abbastanza raro. Prima della cavalcata di Sinner a Wimbledon 2023, si contano infatti otto precedenti nella storia degli Slam a partire dal momento in cui è stato introdotto il ranking computerizzato (1973). In ordine cronologico, hanno raggiunto la semifinale senza battere top70 Jimmy Connors agli Australian Open 1974, Ken Rosewall a Melbourne 1976, Vitas Gerulaitis e John Lloyd agli Open d’Australia di dicembre 1977, Paul McNamee e Johan Kriek sempre in Australia a dicembre 1982, Ivan Ljubicic al Roland Garros 2006 e Rafael Nadal a Parigi nel 2020.

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Ci sono inoltre altri casi simili in passato, in cui pur affrontando giocatori di ranking più alto si sono delineate delle vere e proprie autostrade fino alle fasi finali di uno dei quattro eventi di spicco del tennis globale (vedi gli US Open 2017, per fare un esempio abbastanza recente).

Foto: Lapresse