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Softball, Mondiali 2023: il girone dell’Italia ai raggi X. Giappone e Canada le squadre da battere

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Italia Softball

Nei giorni che vanno dal 22 al 26 di luglio, l’Italia giocherà il girone C dei Mondiali di softball tra Buttrio e Castions di Strada. Saranno cinque le avversarie delle azzurre, in un susseguirsi vertiginoso di incontri spesso serali con una sorta di “escursione” mattutina. Andiamo a scoprire le avversarie.

A ricoprire il ruolo di favorito d’obbligo del raggruppamento è il Giappone, tre volte Campione del Mondo nel 1970, 2012 e 2014. E che ha sfiorato, in casa, il poker, dopo una partita quasi leggendaria di Yukiko Ueno (che, proprio nel giorno dei suoi 41 anni, ci sarà ancora: è la sesta rassegna iridata per lei) contro gli Stati Uniti. Per le nipponiche l’approdo alla fase finale dovrebbe essere poco più di una formalità, con il solo Canada a poter in qualche modo impensierirlo, ma nelle migliori condizioni possibili. Attenzione anche al talento della ventiduenne pitcher Miu Goto.

Si diceva del Canada: parliamo di una squadra che attualmente è quinta nel ranking mondiale, ma che può seriamente candidarsi per l’altro posto disponibile verso Buttrio e Castions di Strada nel 2024. C’è da riscattare il sesto posto dei World Games, ma non è che le prestazioni offerte in Canada Cup lascino del tutto tranquilli nel Paese nordamericano. Che, comunque, porterà sostanzialmente il gruppo già visto in questi giorni.

Tra le squadre rivali del trio Giappone-Canada-Italia ci sarà chi proverà a sfruttare un po’ di effetto sorpresa. Si parla chiaramente anche del Venezuela, quinto nei Mondiali 2010, ma che da allora non ha imboccato la strada verso l’alto. Nel gruppo si segnala Yuruby Alicart, giocatrice già più volte vista con successo nel campionato italiano. Per le sudamericane quarto posto ai Giochi dell’America Centrale e dei Caraibi.

Le Filippine, poi, sono sì quel Paese che ha dato all’Asia una bella spinta in chiave softball, ma l’ultimo grande risultato iridato, il terzo posto, risale ormai al 1970 ed è improbabile che il 2023 veda esiti di grande rilievo per questa formazione, che pure sorprese l’Olanda nel 2018 (ma fu un caso isolato). Lo stesso discorso si può fare per la Nuova Zelanda, campione nel 1982, in grande spolvero dal 1978 al 1990, ma ora molto più indietro nonostante abbia sempre partecipato ai Mondiali. Resta da capire la vera competitività, visto che si tratta in buona sostanza del primo grande test internazionale dopo la pandemia di Covid-19.

Foto: FIBS / Roberto Angotti