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Nuoto, perché Nicolò Martinenghi non è quello del 2022. Medaglia possibile, ma attendiamolo per il 2024

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Nicolò Martinenghi

Una prima giornata spettacolare quella a cui abbiamo assistito nei Mondiali di nuoto in corsia a Fukuoka (Giappone). Tribune gremite alla Marine Messe per le semifinali e finali e in casa Italia nei 100 rana uomini delle analisi vanno fatte.

Nicolò Martinenghi si presenta a questo appuntamento da campione del mondo in carica, ma la sua forma non pare quella del 2022, quando vinse il titolo in 58.26. Il 59.21 è l’evidenza di una forma imperfetta, frutto di un 2023 in cui le problematiche non sono mancate. Il lombardo, infatti, è stato costretto a rallentare negli allenamenti per via di alcuni problemi al ginocchio che si trascina da diverso tempo.

Non è un caso che, dopo anni spinti al 100% e con tante soddisfazioni, il lombardo e il suo tecnico Marco Pedoja abbiano pensato anche in prospettiva olimpica, interpretando questa rassegna iridata come rilevante, ma facente parte di un percorso in cui si dovrà essere al top del top a Parigi.

Tuttavia, il traguardo medaglia potrebbe non essere precluso. Se è vero che il cinese Haiyang Qin si è confermato su un livello superiore (57.82) ed è candidato all’oro, Martinenghi proverà a giocarsela per l’argento e il bronzo con il tedesco Lucas Matzerath (58.75), lo statunitense Nic Fink (58.88) e anche l’olandese Arno Kamminga (59.08). “Ho iniziato spingendo il primo cinquanta per vedere quanto ne avevo. Nella vasca di ritorno ho fatto un pochino meglio. Alla fine la gestione della gara è stata quella che volevo”, le considerazioni dell’azzurro.

Una Finale nella quale non ci sarà Federico Poggio che con il suo 59.51 è rimasto escluso per un centesimo, nuotando comunque un crono distante dal 58.73 di Riccione. Forma non ottimale anche per lui, visto lo stop di un mese in una fase cruciale della preparazione.

Foto: LaPresse