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Frassinoro Summer Biathlon Festival, un’eccellenza italiana per iniziativa e volontà. Come la madrina Dorothea Wierer

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Massimiliano Ambesi Dorothea Wierer Dario Puppo

Il Frassinoro Summer Biathlon Festival 2023 è passato agli archivi con le affermazioni di Daria Blashko e Daniele Cappellari. La madrina dell’evento, Dorothea Wierer, si è dovuta accontentare della piazza d’onore nella competizione femminile. Il risultato agonistico è però relativo. La vittoria, per gli organizzatori e per chi ha onorato l’appuntamento, è stata quella di aver fatto rinascere con successo la manifestazione.

Sabato, nel giorno della loro inaugurazione ufficiale, l’anello di skiroll e il poligono hanno ospitato tre campionesse del mondo e fior fiore di atleti onusti di allori. Complessivamente, si contavano in pista 3 bronzi olimpici e 20 medaglie mondiali. Tutto ciò in un luogo erto sull’Appennino emiliano. Proprio questa è una delle dinamiche su cui è doveroso fermarsi a riflettere.

Chi scrive ha trascorso i primi anni della sua vita sui monti delle Lessinia, appena sopra Verona e, de facto, appoggiati all’arco alpino. Nelle giornate limpide, spazzate dal vento, è possibile vedere all’orizzonte gli Appennini che, da quel punto d’osservazione e con l’ottica di chi in Lessinia c’è nato, vengono identificate come “le altre montagne”. Una sorta di “altro mondo”. Qualcosa di affine, ma al contempo totalmente diverso. Ragionando nella forma mentis montanara sono un pianeta differente.

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In un certo senso, è proprio come se lo fossero. Se guardiamo alla pratica degli sport invernali in Italia, la pianura padana equivale al vuoto cosmico da attraversare. Una barriera sormontabile solo se si vuole farlo. Le Alpi italiane comunicano con il mondo germanico e quello mitteleuropeo, dove le discipline della neve sono parte integrante del vivere quotidiano. Gli Appennini, viceversa, sono isolati all’interno dello Stivale italico.

Eppure, alcuni abitanti di questo pianeta, tre lustri orsono sono atterrati nel mondo del biathlon, restandone folgorati. Da alieni, si sono innamorati della disciplina e, armati di una forza di volontà fuori dal comune, hanno saputo creare qualcosa di apparentemente insensato, ovvero una kermesse nel loro habitat. Per farlo si è dovuto costruire l’equivalente di una navicella da fornire a chi si voleva portare a sé. Missione compiuta, a dispetto di tutte le complicazioni del caso.

Sarebbe intellettualmente disonesto affermare che tutto abbia funzionato alla perfezione o che non ci siano delle criticità da risolvere. C’è ancora tanto lavoro da fare a Frassinoro. Però, per quanto si è visto nel 2023, chi ha messo in piedi la manifestazione (due nomi su tutti Giancarlo Cattoni e Filippo Salvarani, rispettivamente il patron del comitato organizzatore e la guida del Gruppo ceramiche Gresmalt) merita fiducia, credito e supporto.

Basta un aneddoto a spiegare perché. Durante la “prima vita” dell’evento, parlando con gli organizzatori, chi scrive si era sentito dire di progetti relativi a una “pista di skiroll”, a una “diretta TV”, a un “megaschermo”. Niente di tutto questo esisteva. Anzi, neppure sembrava possibile. Certi discorsi apparivano fantasticherie. Ebbene, quei sogni sono diventati realtà.

Pista di skiroll, diretta televisiva e megaschermo sono oggi fatti concreti. Come? Grazie, soprattutto, alla pervicacia di chi non ha mai smesso di credere nella propria visione del Frassinoro Summer Biathlon Festival, quella di farlo diventare una kermesse estiva di caratura internazionale. Si può e si deve migliorare. Si può e si deve crescere. Perché sciupare questa base di partenza e questo spirito d’iniziativa sarebbe un delitto. L’anello d’asfalto può essere ampliato, la logistica deve essere affinata. Sarà possibile riuscirci? Perché no. Tante cose apparentemente impossibili sono viceversa già state compiute. Proseguire sulla stessa rotta non è una chimera.

Fossimo negli Stati Uniti, sarebbe una storia da film hollywoodiano. Le stelle del biathlon portate a gareggiare in un borgo sperduto solo grazie alla passione e alla volontà. Siamo in Italia e, la tanto abusata locuzione “eccellenza italiana”, in questo caso è oltremodo calzante per il fatto di aver saputo creare, con tanti margini di miglioramento, questo prodotto. Alla perfezione, però, ci si arriva. Difficile partire già compiuti.

Non è un caso che la madrina dell’appuntamento sia Dorothea Wierer. Nel 2012 era solo una ragazza di belle speranze, con tutto ancora da dimostrare. Nel 2023 è invece un’icona, nonché la biathleta più vincente in attività. Lei c’era la prima volta e c’è stata nei giorni scorsi, senza mai mancare nel mezzo. Sempre con lo stesso piglio, come se nulla fosse cambiato.

“Chi si somiglia, si piglia”. Qualcuno può mettere in dubbio che la trentatreenne azzurra sia un’eccellenza italiana nello sport? Il Frassinoro Summer Biathlon Festival lo è, a sua volta, per volontà e iniziativa. Perseguendo il proprio sogno, può diventarlo anche a tutto tondo in un futuro ancora tutto da scoprire.

Foto: Frassinoro Summer Biathlon Festival