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MotoGP, il Sachsenring è diventato ostile agli italiani. Il 2023 è l’anno buono per tornare al successo in Germania?

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Domenica il Motomondiale farà tappa al Sachsenring, tracciato che ha una nefasta particolarità nell’attuale panorama iridato, almeno se visto nell’ottica del nostro Paese. Quello tedesco è, difatti, il circuito dove il successo italiano in MotoGP manca da più tempo. Qualcuno dirà: “Bella forza, se vince sempre Marquez, è ovvio che non siano gli italiani a festeggiare”.

Vero, ma solo fino a un certo punto. Ci saranno anche 8 trionfi consecutivi del fuoriclasse spagnolo, ma ci sono anche un “prima” (tre affermazioni di fila di Dani Pedrosa) e un “dopo” (l’acuto di Fabio Quartararo lo scorso anno). Insomma, l’Italia non vince dall’ormai lontano 2009, quando si impose Valentino Rossi, al termine di un intenso braccio di ferro con Jorge Lorenzo.

Il dato è clamoroso se si pensa che, altrove, il digiuno più lungo è quello di Phillip Island. In Australia l’ultimo italiano a essere passato per primo sotto la bandiera a scacchi è stato il Dottore, ma nel 2014. Trattasi, quindi, di trionfo di un lustro più fresco rispetto a quello in terra tedesca. Altre piste dove il nostro Paese ha vinto poco in tempi recenti sono il Montmelò e Motegi, dove però l’Inno di Mameli ha risuonato nel 2016 e/o nel 2017.

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Per trovare qualcosa di simile all’attuale astinenza teutonica si deve guardare a Valencia, dove trascorsero 13 anni fra il successo di Marco Melandri (2005) e quello di Andrea Dovizioso (2018). A Cheste, però, il rubinetto si è totalmente riaperto anche grazie a Franco Morbidelli (2020) e Francesco Bagnaia (2021). La situazione è affine a quella verificatasi a Le Mans, con 12 anni di privazioni prima dell’abbuffata cominciata nel 2020 (Danilo Petrucci, Enea Bastianini e Marco Bezzecchi hanno conquistato tre delle ultime quattro edizioni francesi).

Al Sachsering, invece, niente. Letteralmente, perché dal 2010 in poi gli italiani hanno sempre recitato parti secondarie o marginali nell’economia delle gare. L’unica eccezione è rappresentata dal 2016, quando si partì con asfalto bagnato. Cionondimeno, Rossi e Dovizioso sbagliarono la lettura tattica, attardandosi troppo prima di passare alle slick, scivolando irreparabilmente in classifica.

Pensare che un tempo la pista edificata in Sassonia diceva bene all’Italia! Dal 2001 al 2009 è stata anzi terra di conquista, con 4 affermazioni di Rossi e 2 di Max Biaggi. Poi, un vuoto che si protrae tutt’ora. Il 2023 sarà l’anno buono per ritornare a vincere in Germania? Le frecce nella faretra tricolore non mancano, chissà se domenica una andrà a segno.

Foto: La Presse