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‘Maurizio racconta…’: Alessio e Horn i top di un’Italia che brilla. Il VAR nel calcio prenda spunto dal rugby

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Simone Alessio

I MIGLIORI DELLA SETTIMANA

Voto alla settimana dell’Italia: 7,5
Atleta della settimana (uomo)
: Simone Alessio (taekwondo)
Atleta della settimana (donna): Stefanie Horn (canoa slalom)

È stata una settimana con più luci che ombre per il Bel Paese, con gli unici flop (incomincio proprio da questi) dei nostri tennisti al Roland Garros – tutti già fuori nella prima settimana dell’evento – e della sconfitta (ingiusta secondo me) della Roma in finale di Europa League.
Al maschile, il voto come migliore azzurro di questa settimana spetta a Simone Alessio. Vincere è difficile, confermarsi lo è ancora di più. Questo “motto” calza pienamente ad Alessio – già iridato nel 2019 a soli 19 anni – che aveva dominato in lungo e in largo la scorsa stagione (con annesso n.1 del ranking), ma aveva fallito proprio al Mondiale. Ebbene, questa volta ha spazzato via tutti i dubbi (semmai ce ne fossero stati) sul suo talento, con il bis iridato. Questo è un Simone più tattico, forse meno spettacolare, ma proprio adattandosi al nuovo regolamento della disciplina sta dimostrando di essere un vero fuoriclasse. Ora lo aspettiamo a Parigi. Sfortunato Vito Dell’Aquila con l’infortunio alla mano, ma anche buoni segnali dai giovani (specialmente Del Vecchio e Baretta) e dalle donne (D’Angelo e Smiraglia).
La migliore donna della settimana non può che essere Stefanie Horn: l’italo-tedesca ha realizzato una straordinaria doppietta in Coppa del Mondo di canoa slalom ad Augsburg: dopo il secondo posto nel K1, l’azzurra vince la gara di extreme slalom, nuova specialità olimpica in programma a Parigi 2024. L’impressione è che se Stefanie preparerà nei dettagli anche questo nuovo format, potremmo anche vederla più di una volta sul podio a Cinque Cerchi. Ottima anche la conferma di Giovanni De Gennaro, primo nel K1.
Una strepitosa Elena Micheli stacca il biglietto per Parigi 2024, aggiudicandosi la finale di Coppa del Mondo di pentathlon ad Ankara (pass nominale), e assieme al quarto posto di Alice Sotero (da poco rientrata dalla maternità) ci fanno addirittura sognare la doppietta olimpica. Doppietta alla quale potrebbe anche aspirare Martina Favaretto, che ha stravinto la tappa di World Cup a Tbilisi e assicurato punti per il ranking con il secondo posto del team. La 21enne finalmente sta esplodendo ad altissimi livelli, proprio quelli che noi addetti ai lavori ci aspettavamo da qualche tempo.
Nell’atletica, questa volta il vento è amico (anzi, contrario con -0,7) di Mattia Furlani, che vince il prestigioso meeting di Hengelo (8,24) e abbatte dopo 19 anni il primato italiano U20 di Andrew Howe (8,11). Altro primato nazionale, questa volta assoluto, da parte di Andy Diaz che nel salto triplo ha cancellato dai libri il suo allenatore Fabrizio Donato, volando a 17,75 nel Golden Gala di Firenze. In terra toscana abbiamo assistito inoltre alle vittorie dei due “padroni di casa”, Larissa Iapichino e Leonardo Fabbri, capaci di 6,79 e 21,73 rispettivamente. Da evidenziare anche la nuova migliore prestazione italiana under 23 di Veronica Besana sui 100 ostacoli (13.01) e il progresso nel martello (69,02) della campionessa mondiale under 20 Rachele Mori, nonché il super 3:34.37 di Pietro Arese nei 1500 (secondo azzurro di sempre) e la splendida vittoria di Yeman Crippa in Coppa Europa nei 10.000.
Nel golf, secondo successo azzurro consecutivo sul Challenge Tour con Andrea Pavan. Da segnalare anche i bei progressi nel gioco di Francesco Laporta e Renato Paratore. A pochi mesi dalla Ryder Cup italiana, ci volevano proprio questi risultati.
Infine, negli sport di squadra, oltre alla beffa della Roma in Europa League, ci hanno un po’ deluso le ragazze del basket 3×3 ai Mondiali, anche se onestamente non si poteva chiedere molto di più, e soprattutto il volley femminile in VNL. Ci ha pensato la nazionale Under 20 di calcio a sollevarci il morale, con la semifinale raggiunta (finora) ai Mondiali. Speriamo di raccontarvi di una bella impresa azzurra nella prossima puntata di questa rubrica.

A COSA SERVE IL VAR NEL CALCIO? 

Mi trovano d’accordo le dichiarazioni del ministro Abodi, e anche lo sfogo di Claudio Marchisio sui social: nessuna sconfitta dovrebbe mai promuovere atti di violenza, e forse Mourinho ha sbagliato facendosi riprendere dalle telecamere (apposta?) nel parcheggio dello stadio di Budapest mentre insultava Rosetti, Taylor e la sua equipe arbitrale. Forse avrebbe potuto farlo nel chiuso dello spogliatoio, come è capitato tante volte, lontano dagli sguardi indiscreti. Ma questo già lo sapevamo, Mourinho è un provocatore e non cambierà mai. In realtà, il vero nodo del problema non risiede nell’allenatore portoghese, bensì sulla ragione dell’esistenza del VAR e il modo in cui viene utilizzato. Se una giocata come la netta mano (lontana dal corpo) in area del Siviglia non viene almeno rivista al monitor in una finale europea, allora quando si dovrebbe usare questa tecnologia? Spiegatemi come questa decisione non alimenti la cultura del sospetto verso il calcio miliardario di questi tempi? Ci sono diversi “rumors” che l’arbitro inglese Taylor rischi uno stop e che la sua direzione non sia piaciuta a Rosetti. A cosa serve intervenire ora che la “frittata” è fatta?
Niente di questo (forse) sarebbe accaduto, se la comunicazione via radio tra gli arbitri e la sala VAR non fosse privata, ma udibile da tutto il pubblico e i telespettatori in tempo reale. Come già accade nelle partite di football americano, di hockey prato o di rugby. Possibile che lo sport più popolare e praticato al mondo non riesca a materializzarlo entro breve termine? A voi la risposta.

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA’…

Maurizio Contino