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Ulivieri risponde a Mourinho: “Siamo di una pasta diversa, ma non me ne rallegro”. Cosa è successo con il tecnico della Roma

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Non si è fatta attendere la replica di Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio, dopo l’attacco – sebbene indiretto, ma allusivo – di José Mourinho nel dopopartita di Roma-Inter.

Il tecnico portoghese aveva infatti dichiarato: «Al di là del risultato ho solo motivi per essere felici, ci sono episodi nella partita della quale se vuole parlerà la società. Non io perché sono stato distrutto sul piano etico, ma sono contento che mi abbia accusato una persona che è stato squalificato per tre anni dal calcio».

Il destinatario di tali accuse era proprio lo stesso Ulivieri, squalificato nel 1986 per tre anni nell’ambito dello scandalo Totonero-bis. L’allenatore della Roma era stato attaccato proprio dal presidente Aiac dopo che aveva rivelato di essere andato in panchina con un microfono in tasca per registrare le conversazioni con la squadra arbitrale durante il match tra i giallorossi e il Monza.

Pur premettendo di non «poter rispondere direttamente a José Mourinho, non perché lui non mi ha nominato espressamente ma perché non è entrato nel merito di quanto da me affermato nel comunicato di tre giorni fa», il presidente Aiac ha comune voluto condividere quelle che «sono considerazioni che mi preme rendere pubbliche per chiarire di nuovo alcune vicende personali».

Ulivieri, in ogni caso, ha voluto sottolineare: «Riprendo quello che ho ripetuto decine di volte in passato, documentando quanto segue. A due anni dall’inizio della squalifica, che trascorsi alla ricerca di prove a discarico, la Caf, in una sentenza del giugno 1988, riconosceva, riferendosi a me: “l’illecito consumato in sua assenza e a sua insaputa…”; e ancora “l’Ulivieri passa dalla posizione di protagonista assoluto, callido e pervicace, a quella di malaccorto generico”».

«Questa sentenza – ha riferito ancora il numero uno degli allenatori italiani – presupponeva l’accoglimento di una eventuale richiesta di grazia. Che io però non chiesi, a salvaguardia della mia dignità, perché questo avrebbe significato ammissione di colpa, scegliendo di scontare la squalifica per intero, ripartendo poi dalla serie C».

Quindi ha concluso: «Tornando a Mourinho, concordo pienamente con le sue conclusioni: siamo fatti di pasta diversa. Però io non me ne rallegro».

Foto: LaPresse

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