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Mondiale femminile 2023, tuona Infantino: “Diritti tv? Cifre offerte inaccettabili. Vogliamo equità”

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Gianni Infantino

Gianni Infantino,  presidente della FIFA, ha voluto parlare del prossimo Mondiale femminile che si giocherà questa estate, tra il 20 luglio e il 20 agosto in Nuova Zelanda e Australia. Il numero uno della federazione internazionale è apparso alquanto infastidito in merito alla questione della cessione dei diritti tv. Sono arrivate offerte inaccettabili e dunque Infantino ha affermato di non voler svendere il calcio femminile, e ha richiesto equità. Inoltre, il dirigente, ha minacciato un blackout delle trasmissioni in alcuni dei principali mercati europei. Tra questi Inghilterra, Francia, Germania, Italia e Spagna.

MONDIALE FEMMINILE 2023: LE PAROLE DI INFANTINO

“Oggi ho ripetuto il mio appello alle emittenti affinché paghino un prezzo equo per i diritti mediatici della Coppa del mondo femminile 2023La Federazione mondiale ha fatto la sua parte, portando il montepremi a 152 milioni di dollari, triplicando l’importo pagato nel 2019 e dieci volte di più rispetto al 2015. Tuttavia le offerte delle emittenti, principalmente nei paesi europei “Big 5″, sono ancora molto deludenti e semplicemente non accettabili, soprattutto considerando che il 100% di tutte le quote per i diritti pagate andrebbe direttamente nel calcio femminile, nella nostra scelta di promuovere azioni verso la parità di condizioni e retribuzione”.

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Le cifre di ascolto della Coppa del mondo femminile sono al 50-60% di quella maschileche a sua volta sono le più alte di qualsiasi evento, eppure le offerte delle emittenti nei paesi europei “Big 5” è da 20 a 100 volte inferiore a quella del Mondiale maschile. Per essere molto chiari, è nostro obbligo morale e legale non svendere la Coppa del Mondo femminilePertanto, se le offerte continuano a non essere eque, nei confronti delle donne e del calcio femminile, saremo costretti a non trasmetterla nei paesi europei “Big 5”. Chiedo, quindi, a tutti i giocatori (donne e uomini), tifosi, funzionari di calcio, presidenti, primi ministri, politici e giornalisti di tutto il mondo di unirsi a noi e sostenere questo appello per un’equa remunerazione del calcio femminile. Le donne lo meritano”.

Foto: LaPresse

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