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Formula 1

F1, la vera Ferrari di Vasseur si vedrà solo nel 2024? Sulla nuova macchina servirà osare

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Charles Leclerc

Nel giornalismo esiste la cosiddetta Legge dei titoli di Betteridge, la quale recita: “A un titolo che termina con punto interrogativo si può rispondere: ‘No’!”. Vero, ma si tratta di una “legge” tra virgolette, come quella di Murphy. È, piuttosto, una battuta di spirito. Il titolo del presente articolo ne è la prova, perché trattasi in realtà di una domanda retorica. In un’epoca in cui si tende a volere tutto e subito, soprattutto se non arriva niente di quanto auspicato, ci si dimentica come certe dinamiche richiedano i cosiddetti “tempi tecnici”.

È il caso della Formula 1 contemporanea, quella dei test proibiti e dello sviluppo delle monoposto de facto calmierato dai gettoni, manco se le vetture fossero lavatrici di una lavanderia o juke box con un limite di canzoni. Una volta il Circus era vulcanico, le cose evolvevano vorticosamente e si faticava a star loro dietro. Poi, con il passare degli anni, è cambiato tutto. Le tempistiche si sono dilatate e i cambiamenti sono diventati lenti, per non dire macchinosi.

Siamo arrivati al punto di vedere una F1 in cui ciò che si raccoglie nella stagione “X” sono i frutti di quanto seminato nell’annata “X-1”. Gli ultimi esempi pratici? L’Aston Martin è partita da fondo griglia nel 2022, ma è progredita sino a portarsi a centro gruppo. Niente di eclatante, ma indicativo di una tendenza. A Silverstone si stava lavorando bene. Difatti, ‘pronti-via’ e nel 2023 le “Verdone” hanno incamerato tre podi in tre gare!

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Viceversa, la Ferrari è partita benissimo, salvo poi accartocciarsi progressivamente nell’arco del 2022. Il Cavallino Rampante è rimasto più competitivo dell’Aston Martin, ma la tendenza era opposta. Sintomo di come, evidentemente, a Maranello si fosse persa la trebisonda. Difatti, ‘pronti-via’ e nel 2022 le Rosse spesso e malvolentieri hanno preso la targa delle concorrenti di Silverstone (quando non ci hanno cozzato contro fisicamente, beninteso).

Quanto esposto è propedeutico a ribadire un concetto. Per la Ferrari, la corrente annata agonistica sarà giocoforza di transizione. È cambiato il management e Frederic Vasseur si è trovato per le mani una squadra creata a immagine e somiglianza della gestione precedente. Per fare ordine, il “suo” ordine, c’è bisogno di settimane, per non dire di mesi. Pertanto, la prima stagione in cui si vedranno veramente l’impronta del suo “papato” sarà il 2024.

Al riguardo, viene da chiedersi quale sarà l’impostazione data dal Reparto Corse al nuovo progetto. È verosimile che si utilizzino le prossime gare per capire quale filosofia seguire, effettuando una serie di prove in pista altrimenti proibite. Insomma, per Maranello il 2023 si annuncia una sorta di laboratorio in ottica 2024.

Sono gli stessi, identici, discorsi che si facevano due anni fa. Non è però colpa di Vasseur. A lui il compito di posizionare le pedine sulla scacchiera di Maranello affinché si spezzi questo infinito circolo vizioso che porta il Cavallino Rampante ad alternare “stagioni di transizione” ad altre in cui viene lanciata una candidatura all’Iride che si infrange miseramente contro un’avversaria più efficiente. Prima o poi, andrà bene. Considerata la mole degli investimenti, non si può pensare che Ferrari si riduca a fare da eterna seconda di qualcun’altra…

Foto: La Presse