Seguici su

Tennis

Berrettini e Musetti, una crisi mentale più che tecnica. Con lavoro e umiltà torneranno in alto

Pubblicato

il

Lorenzo Musetti Matteo Berrettini

Una crisi mentale ancor più che tecnica. Un momento molto difficile per Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, usciti di scena nel secondo turno del Masters1000 di Miami per mano rispettivamente dell’americano Mackenzie McDonald e del ceco Jiri Lehecka. Si temeva alla vigilia che il percorso dei due azzurri sarebbe stato breve e il campo l’ha confermato.

Berrettini ha lottato contro McDonald, cedendo in due tie-break (7-6 (8) 7-6 (5)) e sprecando un set-point nel primo parziale e due nel secondo set. Sono proprio in questi aspetti che si nota come l’azzurro stia attraversando un momento di grande sfiducia, visto che spesso partite decise da pochi punti erano un po’ la specialità della casa in fatto di vittorie ottenute.

Basti pensare che, dopo il torneo del Queen’s del 2022, Berretti abbia vinto 10 tie-break sui 25 disputati, mentre nel 2021 la sua percentuale era di 20/30. Da questi numeri si comprende come l’origine della crisi sia soprattutto nella testa e la sconfitta agli Australian Open contro Andy Murray abbia portato con sé non poche scorie. Non un caso che nelle successive otto partite giocate da Matteo, siano arrivati quattro ko.

In altre parole il romano ha smarrito quella sicurezza granitica sotto pressione che lo aveva portato proprio a eccellere in una particolare classifica dell’ATP , nella capacità di uscire da situazioni complicate. A ciò fa seguìto anche una condizione fisica non ideale, ma è chiaro che il tutto nasca dalla grande sfiducia.

Lo stesso discorso può valere per Musetti. Sicuramente, il carrarino non è stato troppo fortunato a incrociare un tennista come Lehecka in Florida, in grande ascesa e capace in stagione di raggiungere i quarti degli Australian Open. Nella sfida, odierna, però si è palesato un atteggiamento troppo passivo, con scarsi risultati in risposta e l’incapacità di affrontare i momenti topici. Non è un caso che da metà gennaio il bilancio sia di una partita vinta e sette perse. Andare sulla terra di Marrakech, prima di Montecarlo, potrebbe aiutare a ritrovare le giuste sensazioni, ma è l’approccio a dover mutare.

Entrambi hanno le qualità per uscire da questa situazione difficile, non è che non sappiano più giocare a tennis. Tuttavia, del grande movimento del tennis maschile, in questi primi tre mesi dell’anno, si sono perse le tracce, con l’eccezione di Jannik Sinner.

Foto: LaPresse