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Skeleton, dalla bandiera tricolore ai Mondiali 2023 a quella bianca su Milano-Cortina 2026? L’Italia sta dilapidando un patrimonio

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Amedeo Bagnis

Venerdì 27 gennaio è stato scritto un nuovo paragrafo nel grande libro della storia degli sport invernali italiani. Ai Mondiali di skeleton di St.Moritz Amedeo Bagnis si è fregiato della medaglia d’argento, confermando come la disciplina possa essere terreno fertile per togliersi grandi soddisfazioni nel prossimo futuro.

Chi segue costantemente queste pagine sa perché e percome lo skeleton azzurro sia in crescita e vada considerato terreno per andare a caccia delle prede più ambite. Queste, nello sport, sono le medaglie olimpiche.  Siccome in Italia, più che in altri Paesi, è fondamentale “battere il ferro finché è caldo”, assumiamo i panni del maniscalco e cominciamo a martellare.

Dopo le estemporanee apparizioni del 1928 e 1948, lo skeleton è entrato stabilmente nella famiglia olimpica dal 2002. Porti pazienza chi conosce a menadito il tema, ma per illustrare il concetto a chi è poco avvezzo alle dinamiche di questo sport è doveroso riportare le medaglie conquistate dal Paese organizzatore in ogni edizione dei Giochi del XXI secolo.

Skeleton, Amedeo Bagnis argento mondiale: “Sono il nome nuovo, se lavoriamo così tutto è possibile”

2002 – STATI UNITI
UOMINI – oro Jim Shea
DONNE – oro Tristan Gale; argento Lea Ann Parsley
2006 – ITALIA
Nessuna
2010 – CANADA
UOMINI – oro Jon Montgomery
2014 – RUSSIA
UOMINI – oro Aleksandr Tretiakov
DONNE – bronzo Elena Nikitina
2018 – COREA
UOMINI – oro Yun Sung-bin
2022 – CINA
UOMINI – bronzo Yan Wengang

Serve aggiungere altro? Cinque volte su sei la nazione ospitante si è fregiata di almeno una medaglia. In quattro occasioni su sei addirittura di un oro, soprattutto nel settore maschile. La ragione? Lo skeleton è uno sport in cui è fondamentale la conoscenza della pista. Chi l’ha a disposizione e può allenarsi su di essa più degli altri, ha un indiscutibile vantaggio sulla concorrenza.

Potenziale vantaggio che l’Italia, unico Paese rimasto a secco nei Giochi di casa, sta dilapidando in ottica 2026. Perché la pista al momento non esiste. Non si entrerà nei dettagli di una vicenda i cui risvolti rispecchiano quanto di peggio ci possa essere nella nostra nazione. Basti dire che, ora come ora, i lavori per costruirla non sono ancora cominciati.

Siamo arrivati alla presentazione del quarto progetto. Sì, avete letto bene. Tre concetti sono già stati inceneriti. Il primo perché non rispettava i criteri di sicurezza imposti dal Cio (sic); il secondo poiché c’è chi ha contestato la costruzione di un viadotto (doppio sic); il terzo perché avrebbe comportato la demolizione di un parco giochi appena inaugurato (sic al cubo).

Ovviamente, oltre ai tempi, si dilatano anche i costi e con essi la schiera di oppositori alla realizzazione dell’opera. Nel frattempo i mesi passano e non si cava un ragno dal buco. In linea teorica, il budello dovrebbe essere completato nel dicembre 2024, ma la salita si sta facendo sempre più impervia.

Insomma, una storiaccia italiana. L’ennesima. Al di là dell’aspetto sportivo e del possibile vantaggio sciupato nella rincorsa alle medaglie nello skeleton, la partita in corso ha una posta in palio molto più pesante. Quella della reputazione.

Perché in questa “bega di cortile” tricolore, nella quale tanti personaggi si azzuffano senza realizzare che, al di fuori dell’orticello a loro tanto caro, tutti guardano con preoccupazione all’avvilente bisticcio in corso.

La principale sconfitta rischia di essere l’immagine dell’Italia, che potrebbe incappare in uno smacco organizzativo senza precedenti per chi si è trovata in dono dalle circostanze un’edizione dei Giochi olimpici invernali. Magari ci si salverà in corner, come spesso accaduto in passato. Magari, a furia di giocare con il fuoco si rimarrà ustionati una volta per tutte.

A politici (siano essi propriamente detti o sportivi), notabili (o presunti tali), sedicenti rappresentanti di comitati spontanei e, più in generale, a qualsiasi attore coinvolto nella baruffa si permette di dare un consiglio. Ascoltatevi le strofe di “Bandiera bianca” di Franco Battiato, rifletteteci e traete le debite conclusioni. Prima che la “bandiera bianca” di cui narrava il compianto cantautore debba essere alzata in merito alla pista di bob, slittino e skeleton di Milano-Cortina 2026.

Il vessillo a cui si fa riferimento sul piano artistico è quello di cui narra Andrea Fusinato nella poesia “Sul ponte sventola bandiera bianca”, relativamente alla resa di Venezia agli austriaci dopo i moti del 1848. Già, l’Austria. Lupa in fabula. Chissà che il budello dove saranno assegnate le medaglie olimpiche 2026 non sia proprio quello di Igls

Foto: La Presse