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Sci di fondo, Simone Mocellini carta da medaglia ai Mondiali di Planica? Calma e gesso. Un conto sono i sogni, un altro gli obiettivi

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Simone Mocellini

L’Italia dello sci di fondo ha un nuovo personaggio. Si tratta di Simone Mocellini, capace di realizzare qualcosa di inedito nella storia del movimento tricolore. In Val di Fiemme, il ventiquattrenne trentino è diventato il primo azzurro di sempre a salire sul podio in due sprint a tecnica classica consecutive. Il terzo posto ottenuto sulle nevi di casa segue, infatti, quello conquistato a dicembre a Beitostølen.

Oltre a rappresentare una conferma di come il ragazzo abbia delle qualità non comuni, il risultato potrebbe scritturare Mocellini per un ruolo impensabile solo poche settimane orsono. Quello di essere uno degli uomini più attesi in chiave Italia ai Mondiali di Planica. D’altronde la sprint destinata ad assegnare le medaglie iridate il prossimo 23 febbraio si disputerà proprio in alternato, ambito in cui Simone è entrato nella top-three in entrambe le competizioni di primo livello a cui ha preso parte in stagione.

È questo lo scenario su cui si vuole effettuare una riflessione, soprattutto conoscendo le dinamiche italiane. Nel nostro Paese, difatti, si erigono facilmente monumenti basati esclusivamente sugli auspici. Questi, però, non sono un fondamento solido. Così, nel caso essi vengano disattesi, chi è stato frettolosamente issato sul piedistallo può ritrovarsi con inquietante rapidità alla gogna.

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Perché? C’è chi magari lo fa in buona fede, avendo la tendenza a lasciarsi trasportare dalle emozioni e dalla fantasia. Altri, invece, si muovono capziosamente, generando una serie di aspettative per puro interesse. Qualunque sia il movente che porta alla costruzione della statua al “nuovo che avanza”, il suo abbattimento ha sempre la medesima conseguenza, quello di fare del male a chi prima viene ricoperto di petali di rosa e poi di letame.

Siccome “prevenire è meglio di curare” e “si conoscono bene i propri polli” è doveroso contestualizzare la posizione di Mocellini in vista di Planica. Non per svalutarlo, bensì per tutelarlo. La medaglia può essere un sogno, ma non un obiettivo. Significa che il podio nei Mondiali, per quanto possibile, è improbabile. Perché? Tre sono i fattori chiave alla base di questa analisi.

Il primo è rappresentato dalla concorrenza. Sia a Beitostølen che in Val di Fiemme essa non era al completo. Mancavano tanti specialisti della sprint, soprattutto norvegesi, pronti a suonarsele di santa ragione a Planica. Parliamo di uomini per i quali la medaglia può finanche rappresentare una questione di vita o morte sportiva. C’è chi si troverà a dare un senso alla propria stagione sparando tutte le cartucce il 23 febbraio, giorno in cui mancare il bersaglio decreterebbe un fallimento. Dunque in Slovenia vigerà il concetto “mors tua vita mea”, perché in diversi partiranno consci che un treno del genere, per loro, potrebbe non passare più. La prossima sprint in alternato inserita in un ‘Grande Evento’ sarà solo nel 2026.

In secondo luogo bisognerà capire dettagliatamente quali saranno le caratteristiche del percorso. I due appuntamenti dove il volto nuovo del fondo azzurro è andato a podio strizzavano l’occhio al suo imponente fisico da corazziere. Le piste dei Mondiali 2023 sono ancora un’incognita relativa, perché a Planica non si gareggia ormai da quattro anni. In ultimo, ma non per importanza, esiste la grande variabile rappresentata dal meteo. A oggi, 9 gennaio 2023, non c’è modo di prevedere quali condizioni atmosferiche ci saranno nella Valle di Tamar fra 45 giorni e non è dato a sapersi in quale habitat si assegneranno le medaglie. I connotati della neve potrebbero anche favorire oltremodo chi è leggero o fa leva su qualità differenti da quelle del marcantonio italiano.

Insomma, Mocellini ha dimostrato di avere dei numeri, ma resta una promessa o, se si preferisce, un prospetto. Non è ancora un fondista affermato, lo stesso Federico Pellegrino ha imparato a sue spese tante lezioni, soprattutto sul piano strategico, prima di diventare il fuoriclasse odierno. È doveroso lasciare a Simone lo spazio necessario a formarsi completamente. Non è solo fumo. Però ogni arrosto ha i propri “tempi di cottura” ed essi vanno rispettati.

Una medaglia ai Mondiali di Planica 2023 rappresenterebbe un’impresa clamorosa. Non fuori portata, ma comunque ardua da raggiungere. Già entrare in finale meriterebbe scroscianti applausi. Se, viceversa, dovesse arrivare una controprestazione, amen. Anche i buchi nell’acqua, o presunti tali, fanno parte del gioco. L’importante è essere consapevoli di come essi possano essere fisiologici e parte integrante di un percorso di crescita ancora ben lungi dall’essere completato.

Foto: LaPresse