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‘Maurizio racconta…’: e-sports alle Olimpiadi, avrebbe senso? Le Fiamme Gialle attente ai nuovi sport

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LE FIAMME GIALLE GUARDANO AI NUOVI SPORT OLIMPICI

Stare al passo con i tempi moderni. Questa frase, tanto conosciuta quanto usata nel nostro lessico quotidiano, la stanno applicando anche i diversi gruppi sportivi delle Fiamme Gialle che a partire da quest’anno hanno ampliato il numero di discipline arruolabili, tra le quali spiccano curling, sci alpinismo, snowboard, skicross e skateboard. In poche parole, sport che compongono il programma a Cinque Cerchi da poche edizioni (o che esordiranno a breve) e che stanno attraendo l’attenzione delle giovani generazioni di atleti. Infatti, circa un mese fa, il corpo della Guardia di Finanza ha arruolato diversi atleti delle discipline sopracitate come Caterina Carpano (snowboardcross), Simone Deromedis (skicross), Mattia Giovanella (curling), Lisa Moreschini (sci alpinismo), Asia Lanzi e Alessandro Mazzara (skateboard). Come detto, tutte discipline emergenti che determinano l’impegno e lo sforzo ulteriore del Corpo, a testimonianza della volontà di supportare lo sport italiano in modo sempre più efficace.
Ovviamente, l’integrazione maggiore di nuovi sport della FISI-FISG dà la misura del lavoro a 360 gradi che le federazioni invernali stanno mettendo in campo da qualche anno per poter portare gli atleti nella miglior condizione ai Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026. Il fatto di poter concentrarsi ancora di più sulla loro carriera sportiva e raggiungere i traguardi e gli obiettivi che si sono prefissati, rappresenterà un plus per il Bel Paese affinché si possa battere il record di podi di Lillehammer 1994 (20). Dunque, una sinergia che senza dubbio farà bene in termini concreti di risultati agonistici.

E-SPORTS ALLE OLIMPIADI: SOLO UNA BOUTADE?

Tra le dieci previsioni della ricerca “2050: scenari sul futuro dello sport in Italia”, realizzata dall’Istituto Piepoli e presentata la scorsa settimana nel Salone d’Onore del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, una di queste indica che la diffusione e la pratica degli e-sports continuerà ad aumentare nel nostro Paese. Proprio su questo trend mi soffermerò: possiamo considerare a tutti gli effetti gli e-sports come discipline sportive vere e proprie? Davvero il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) prenderebbe in considerazione la possibilità di ammettere i principali e-sports alle Olimpiadi? Da tempo ormai va avanti questa diatriba. Se consideriamo una definizione di sport come “un sistema di pratiche e interazioni caratterizzate da serietà di atteggiamento da parte degli attori, all’interno di un contesto drammatico e fatidico, segnato da dinamiche di fisicità agonistica ampiamente formalizzate e orientate alla produzione di un esito chiaro e refertabile”, allora potremmo dedurre varie cose: prima di tutto, è necessario l’elemento competitivo tra due o più giocatori. Dunque, già di per sé gli e-sports che prevedono i singleplayer (individuo contro il computer) devono considerarsi esclusi da questa definizione. In secondo termine, le “dinamiche di fisicità agonistica” vengono a scontrarsi con questa categoria di “sport mentali”, dal momento che ne è messa in dubbio la prestazione fisica – sebbene rispecchi i principi dello sport -. E al terzo posto, la mancanza di una Federazione internazionale forte e riconosciuta che tuteli gli e-sports mette in forte dubbio il matching tra i valori etici delle Olimpiadi e quelli dei videogames. In conclusione, nonostante i numeri parlino chiaro su quanto gli e-sports abbiano in realtà fatto centro nel mondo odierno -riportando cifre da capogiro-, non solo come impatto economico ma anche a livello sociale e culturale, dal mio punto di vista andrebbero collocati più in eventi del tipo “Olimpiadi della Mente“ (per capirci, assieme al bridge, scacchi, dama, ecc.) che non sui Giochi a Cinque Cerchi tradizionali.

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA…’

Maurizio Contino

Foto: Shutterstock.com