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Pagelle Argentina-Croazia 3-0, voti Mondiali 2022: Messi illumina, Alvarez è decisivo. Insufficiente la difesa croata

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PAGELLE ARGENTINA-CROAZIA 3-0

ARGENTINA

E. Martinez, 6: chiamato in causa per la prima volta al 62° minuto, si fa trovare pronto dopo oltre un’ora in cui tocca il pallone solo con i piedi. Dà certezza in uscita ed in costruzione.

Molina, 6: vince nel primo tempo la sfida difficile con Perisic sulla sua fascia. Spinge quando necessario ma la sua è una partita soprattutto di copertura e grande attenzione. (Dall’86’ Foyth, s.v.)

Romero, 6,5: prestazione di grande spessore per il difensore del Tottenham. Aggressivo, solido e preciso in copertura. Prende un giallo evitabile su Petkovic a centrocampo ma è fondamentale per il risultato dei suoi.

Otamendi, 6: anche per lui il cartellino giallo è l’unica sbavatura in una prestazione solida. Tiene la linea alla perfezione con il compagno di reparto, non concedendo mai il fianco alle offensive, per giunta un po’ pigre, degli avversari.

Tagliafico, 6: chiamato a sostituire lo squalificato Acuña, svolge il suo compito con precisione ed attenzione. Nel finale del primo tempo sfiora il gol del 3-0 con un insidioso colpo di testa. Nella ripresa è più libero di spingere anche a causa di una Croazia che non ci crede più.

Paredes, 6: puntuale in copertura, preciso nella ricostruzione della fase offensiva. Fa tanto lavoro sporco e non sfigura di fronte ai pari ruolo croati. (Dal 61′ Li. Martinez)

De Paul, 6: anche per lui una partita di contenimento e copertura. Il merito è anche suo se la Croazia non riesce mai a trovare un varco per infilare la difesa albiceleste. (Dal 74′ Palacios, s.v.)

Fernandez 6,5: primo tempo poco brillante, inizia la ripresa con un paio di recuperi straordinari ed una palla geniale che Messi non riesce a trasformare in rete.

MacAllister, 6,5: qualità e quantità. Il centrocampista è fondamentale per il vantaggio dei suoi nel primo tempo. Ottimo in copertura, prova a rendersi pericoloso anche in avanti. (Dall’ 86′ Correa, s.v.)

Messi, 8: apre le marcature su rigore, poi serve un assist geniale per il goal di Alvarez per il 3-0. Il 10 è ovunque, dribbla, conduce, supera la pressione e salta uomini. Prestazione totale da parte di un fenomeno assoluto.

Alvarez, 8: decisivo, fondamentale, fenomenale. L’attaccante del Manchester City si procura il rigore del vantaggio, poi si fa 50 metri di campo (con un paio di rimpalli fortunati) per raddoppiare e poi mette in rete la palla servita da Messi per il 3-0. Forse l’uomo che ha cambiato il Mondiale dell’Argentina. (Dal 74′ Dybala, s.v.)

CT, Lionel Scaloni, 7: scelte di formazione inappuntabili, preparazione della sfida perfetta. Lascia l’iniziativa ai croati nel primo tempo, permettendo ai suoi giocatori di massima qualità di esprimersi al meglio in campo aperto. Se l’Argentina è arrivata a questa semifinale così pronta mentalmente è anche e soprattutto merito suo.

CROAZIA

Livaković, 6: suo il fallo per il rigore, ma su un Alvarez lanciato in 1vs1 non avrebbe potuto fare molto di più. Idem sul 2-0, in cui sono i suoi difensori a cedere di schianto. Salva su Tagliafico il goal che avrebbe potuto chiudere il match e poi si ripete su Messi ad inizio ripresa.

Juranović 5,5: ci prova nel primo tempo ma le sue offensive non sortiscono alcun effetto. Nel secondo tempo si spegne insieme ai suoi compagni di squadra.

Lovren, 4,5: evidenti le sue responsabilità sul primo goal. Gli argentini lo costringono ad impostare e lanciare e lui risponde con errori ed imprecisioni. Ha l’occasione per marcare il goal del 3-1 ma manca l’appuntamento con la palla.

Gvardiol, 4,5: una partita da dimenticare in un Mondiale straordinario per il ventenne. Compartecipa all’errore nell’occasione del rigore dell’1-0, rimane inerme sul dribbling di Messi sul 3-0. Diversi errori anche in fase di possesso ed impostazione.

Sosa, 5: partita insufficiente la sua che finisce dopo i primi 45 minuti. Spinge poco in fase offensiva, non dando a Perisic il sostegno necessario, sul secondo goal argentino è sfortunato nel rimpallo ma entra troppo morbido e poco convinto. (dal 46′ Orsic, 5: ci prova, ma sono più gli errori che le cose positive)

Modrić, 6: nonostante la sconfitta pesante, il fenomeno croato ha offerto una prestazione solida. Non trova mai il guizzo di cui è capace ma lavora tanto in fase difensiva e ci prova fino al momento di alzare bandiera bianca. (Dall’81’ Majer, s.v.)

Brozović, 5: manca la sua copertura in entrambe le occasioni delle marcature. Per il resto si limita a fare il compitino, pur facendosi trovare sempre pronto in ogni zona del campo. Dalić decide di rinunciare a lui ad inizio ripresa. (Dal 50′ Petkovic, 4,5: una punta può fare poco quando la squadra non costruisce nulla in fase offensiva. Lui non si propone mai e a fine partita si contano sulle dita di una mano le azioni in cui è coinvolto)

Kovačić, 5,5: una prestazione al di sotto del suo potenziale. Ci prova con un paio di imbucate nel primo tempo senza sortire effetti. Nel secondo la Croazia si appoggia a lui, ma come i suoi compagni si spegne completamente dopo il terzo goal.

Pasalić, 5,5: con l’Argentina bassa nei propri 25 metri i suoi inserimenti avrebbero potuto essere fondamentali. Nei 45 minuti che ha a disposizione invece si muove poco e si vede ancora meno. (Dal 46′ Vlasic, 6: entra in maniera positiva e volitiva in campo, ma ormai è troppo tardi. Non riesce a scuotere i suoi compagni, caduti in un torpore inaspettato alla vigilia)

Kramarić, 4,5: impalpabile, mai coinvolto nella manovra. Avrebbe dovuto essere la chiave per scardinare la difesa albiceleste ma di fatto è poco più di un fantasma. (Dal 73′, Livaja, s.v.)

Perišić, 5: tanti errori in momenti importanti. Spinge ma non è mai concreto, con un Molina che gli impedisce di fare la differenza. La Croazia non può prescindere da lui ed il risultato finale rispecchia la sua prestazione e quella dei suoi.

CT, Zlatko Dalić, 5: fino ai quarti la Croazia aveva preferito distruggere il gioco degli avversari piuttosto che creare il proprio. La partita di oggi ha dimostrato il perchè: poche idee, poca organizzazione in fase offensiva tanto che alla difesa argentina basta una partita normale ed attenta per neutralizzare ogni occasione.

Foto: LaPresse