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Nuoto, Italia con 7 medaglie a metà del percorso dei Mondiali in vasca corta: c’è amarezza per un cambio di mentalità evidente

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L’ossessione della vittoria e il non essere mai contenti di quanto fatto: sono questi gli ingredienti che portano uno o più atleti ad ambire ai massimi livelli nello sport, come anche nel lavoro di tutti i giorni. Vivere le sfide come l’aria che si respira è frutto di una mentalità che l’Italnuoto ha sviluppato con il tempo.

Perché si afferma a questo? A metà del percorso nei Mondiali 2022 in vasca corta a Melbourne (Australia), gli azzurri sono terzi nel medaglie e hanno ottenuto sette medaglie: due ori, quattro argenti e un bronzo. Un bilancio che, se parlassimo di alcuni anni fa, sarebbe accolto con i fuochi d’artificio, mentre ora si vede più il bicchiere mezzo vuoto.

Il caso emblematico è nel day-3 a Melbourne: due argenti e un bronzo, tre medaglie pesanti nella 4×50 sl uomini, 100 rana maschili e nei 100 stile libero uomini, ma è più l’amarezza per il mancato oro che per il podio raggiunto. Lo si comprende dalle dichiarazioni degli azzurri stessi.

Un’amarezza conseguenza di un cambio di mentalità? Probabilmente sì. La squadra del Direttore Tecnico Cesare Butini ha alimentato nel corso delle ultime apparizioni uno spirito competitivo notevolissimo e di conseguenza ogni riscontro non perfettamente aderente all’ideale viene vissuto come una delusione. Lo si denota dagli sguardi di Nicolò Martinenghi, argento nei 100 rana, e degli staffettisti della 4×50 sl, secondi per 4 centesimi dietro all’Australia. Meno di un battito di ciglia dall’entusiasmo alla delusione.

Tuttavia, questo stato d’animo fa capire come l’Italnuoto, come gruppo, abbia sviluppato una mentalità degna delle migliori squadre del mondo e, non a caso, il medagliere vede gli azzurri solo alle spalle degli USA e dell’Australia, in una rassegna nella quale alcune assenze ci sono: Simona Quadarella e Lorenzo Zazzeri su tutti.

Foto: LaPresse