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Formula 1

F1, Toto Wolff: “Non siamo alla fine di un ciclo”

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Si chiude con una chiacchierata a tre (tra il team principal Toto Wolff, il direttore tecnico Mike Elliot e il responsabile della power unit Hywel Thomas) pubblicata sui canali del team il 2022 della Mercedes. Un’annata sicuramente negativa per la scuderia tedesca con sede a Brackley, rimasta di fatto a bocca asciutta (una sola vittoria di tappa con George Russell a Interlagos) nella prima stagione con le monoposto di nuova generazione dopo una striscia di otto titoli mondiali costruttori di seguito in Formula Uno.

Ricordo bene quando ne discutevamo nell’ottobre dello scorso anno. C’era molto entusiasmo quando abbiamo capito che si potevano trovare performance attraverso il fondo, ci dicevamo che il vero trucco era riuscire a tenere la macchina più in basso possibile. E credo che questo ci abbia mandato fuori strada“, ammette Wolff.

In quel periodo in galleria del vento vedevamo enormi guadagni con la macchina che funzionava in quel modo e col senno di poi abbiamo spinto troppo in quella direzione – racconta Elliot – Eravamo abituati ad avere conferma in pista di ciò che vedevamo in galleria, è stata la prima stagione in cui abbiamo iniziato con un problema che non avevamo previsto. I problemi di porpoising hanno colpito tutte le squadre ma in misura diversa e nel mio ruolo di nuovo direttore tecnico non è stato un bel momento. Ma ciò che mi ha fatto piacere è stata la risposta che è arrivata da tutto il gruppo di lavoro, il modo in cui la squadra è rimasta unita andando avanti senza esitazioni. I progressi che abbiamo fatto durante la stagione sono la parte di cui sono soddisfatto”.

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“Ho studiato la maggior parte delle squadre che hanno avuto grande successo nel mondo dello sport in generale – dice Wolff – Intendo gruppi che hanno dominato un’era per poi iniziare un periodo in discesa che in alcuni casi ha portato alla distruzione del team. Ci sono diverse ragioni che spiegano questo processo, ma nel nostro gruppo non ho mai visto un senso di compiacenza, che ritengo essere il pericolo maggiore. Provo a spiegarla così: se avessimo otto sere di Natale consecutive, l’ottava non sarebbe ovviamente entusiasmante come la prima, è nella natura umana abituarsi anche alle cose belle. Ma quando siamo tornati alla vittoria in Brasile ho rivisto le emozioni della prima volta, ed è un aspetto che mi ha reso molto orgoglioso della squadra. È stato un momento tremendamente appagante, anche se è stata una vittoria in gara, non un titolo mondiale“.

Barcellona è stato il punto di svolta, abbiamo rinunciato a una grossa fetta di quelle prestazioni grezze che vedevamo nella galleria del vento per cercare di ridurre in modo massiccio il porpoising, e finalmente la monoposto è diventata se non altro guidabile. Abbiamo rinunciato a molta performance aerodinamica, ma non avevamo altra scelta“, spiega Elliot. “Da quel momento in poi le cose sono migliorateprosegue Totoè stato un crescendo che ha portato alla pole position di Budapest, un piccolo traguardo iniziale”.

“Dopo Barcellona abbiamo dovuto affrontare altri problemi, ma si è trattato di un processo di apprendimento che in precedenza non era possibile iniziare. C’è voluto ancora del tempo, e la seconda svolta è arrivata ad Austin, dove non siamo stati capaci di battere la Red Bull, ma siamo comunque riusciti a metterci in una posizione ragionevole. A quel punto abbiamo avuto la prova finale che il nostro sviluppo era nella giusta direzione, un passaggio che ci ha dato fiducia anche in ottica futura”, sottolinea Elliot.

Il congelamento dell’hardware è stata una sfida molto impegnativa. Abbiamo completato un programma di sviluppo davvero ampio per tutto lo scorso anno, uno sforzo notevole. Ma quando siamo scesi in pista ad inizio 2022 c’è stata un po’ di delusione per la presenza di alcuni problemi. Sapevamo come rimediare lavorando sull’hardware, che è ciò che avremmo fatto negli anni passati, ma non è più possibile e allora ci siamo chiesti: come possiamo venirne fuori con questo nuovo regolamento? E quando abbiamo capito che potevamo riuscirci è stato entusiasmante, potevamo cambiare il modo di sviluppare questa PU anche con l’hardware congelato, ottenendo una migliore guidabilità e anche un po’ più di prestazioni”, dichiara Thomas.

Ciò che è diventato sempre più chiaro man mano che abbiamo affrontato i nostri problemi è che non si possono più sviluppare separatamente motore e telaio. Il blocco imposto dal congelamento costringe ad abbinare ancora di più la power unit alla monoposto, e in questo passaggio siamo riusciti a fare dei passi avanti importanti. Credo sia un bel risultato, perché ci ha permesso di migliorare nel finale di 2022 ma anche di avere un’importante conoscenza da poter sfruttare in futuro“, aggiunge il responsabile del motore.

“Niki ci diceva sempre che si impara più nei momenti difficili che nei giorni in cui si vince. Siamo arrivati terzi nel Campionato Costruttori, alla fine eravamo molto vicini alla Ferrari, abbiamo vinto una gara, abbiamo ottenuto più di 10 podi. Qualunque cosa accadrà all’inizio della prossima stagione, sarà un altro passaggio fondamentale per il successo di questa squadra. Ma spero di poterci ritrovare qui il prossimo Natale a raccontarci ancora più aspetti positivi rispetto a questa stagione”, conclude Toto Wolff.

Foto: Lapresse