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Biathlon, danno e beffa per l’Italia femminile. Tutto a causa di quel pasticcio di Dorothea Wierer a marzo…

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Siamo ormai giunti alla vigilia del Natale 2022. Facciamo però un salto indietro nel tempo pari a nove mesi abbondanti, tornando al 18 marzo, giorno in cui si disputa l’ultima sprint femminile della Coppa del Mondo di biathlon 2021-22. La competizione di Oslo tira le somme relative alla Nation Cup, la classifica per nazioni, ovvero lo strumento per stabilire i contingenti di ogni Paese nella stagione successiva. Chi avrebbe mai pensato che la controprestazione di Dorothea Wierer sarebbe stata la madre di una cucciolata di gatte da pelare?

Quel venerdì la trentaduenne altoatesina incappa in una performance da dimenticare al poligono, ben 6 errori equamente divisi tra il tiro a terra e quello in piedi. Una disfatta inaudita. Mai, la più grande biathleta azzurra di tutti i tempi, si era espressa così male in piazzola. La debacle nulla aggiunge e nulla toglie alla sua stagione, ma con il senno di poi – ovvero quello di adesso – ha appunto partorito una serie di complicazioni per chi deve gestire il movimento.

Il passaggio a vuoto, oltre a rappresentare la prima gara conclusa fuori dalla zona punti dal novembre 2017, ha permesso alla Repubblica Ceca di “bruciare” l’Italia al photofinish nella volata per il quinto posto nella Coppa per Nazioni, l’ultimo utile per avere a disposizione il pieno contingente di 6 posti per il 2022-23. Da parte di Dorothea sarebbe stata sufficiente una prova senza infamia e senza lode, un 15° posto, per sbattere la porta in faccia alle mitteleuropee, che invece si sono infilate nel pertugio e hanno soffiato il “pettorale extra” alle azzurre.

Biathlon, Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi possono lottare per la Coppa del Mondo generale?

Quella quota, oggi, all’Italia farebbe davvero comodo perché non si dovrebbero effettuare scelte dolorose e applicare una precisa politica. Quanto accaduto sul finire della scorsa settimana ha dimostrato come sia Federica Sanfilippo che Hannah Auchentaller meriterebbero di gareggiare contemporaneamente in Coppa del Mondo.

Le due hanno connotati diametralmente opposti, sia per età che per caratteristiche. Navigata mina vagante la prima, inesperta formichina la seconda. Proprio per questo, averle entrambe in pista alle spalle dei quattro punti fermi (Wierer, Vittozzi, Comola, Passler) sarebbe stato l’ideale. Invece, ora, si deve scegliere. Si porta avanti la giovane tiratrice, oppure la veterana “puledra pazza” molto più competitiva sugli sci?

In realtà, c’è poco da decidere e nelle analisi bisogna essere onesti. Se c’è da privilegiare una delle due, si punta su Auchentaller, di 11 anni più giovane. Nulla quaestio. Con sofferenza e dolore, come detto, poiché anche Sanfilippo è degna del massimo circuito.

Ecco perché il sesto pettorale avrebbe rappresentato un morbido cuscino in grado di deresponsabilizzare chi dovrà giocoforza prendere un paio di forbici e tagliare l’una o l’altra. Peraltro, schierare ambedue garantirebbe banalmente una freccia in più in faretra in ogni gara con partenza a intervalli, il che non guasta mai. Amen. È andata così e non si può certo tornare indietro per cambiare l’esito della sprint del 18 marzo 2022, il cui effetto farfalla è stato ben più imponente di quanto si potesse pensare.

Soprattutto perchè oltre al danno, per l’Italia, c’è anche la beffa. La Repubblica Ceca, la sesta quota, non la sta neppure usando! Vengono schierate Marketa Davidova, Jessica Jislova, Lucie Charvatova, Eliska Vaclavikova e Tereza Vobornikova. Le altre due Tereza, Jandova e Vinklarova, sono invece state tenute costantemente in Ibu Cup. Proprio vero che “Chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane”

Foto: La Presse