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Speed skating, Matteo Anesi: “Gli infortuni di Rosanelli e Malfatti pesano. Tante novità nello staff dell’Italia”

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Aprire un nuovo capitolo. La stagione agonistica del pattinaggio pista lunga velocità sul ghiaccio sta per cominciare. Dall’11 al 13 novembre a Stavanger (Norvegia), la Coppa del Mondo dello speed skating prenderà il via. Sarà un’annata particolare perché, dopo le Olimpiadi Invernali di Pechino, è necessario riprogrammare tutto e pensare al prossimo quadriennio a Cinque Cerchi.

In casa Italia, le motivazioni sono altissime visto e considerato che nel 2026 ci saranno i Giochi Invernali in casa, ovvero l’edizione di Milano-Cortina. A parlare di ciò è stato Matteo Anesi, tecnico delle specialità sprint della Nazionale e vice-allenatore di quelle distance, nel corso dell’ultima puntata di SpeedOnIce2u condotta da Claudio Cavosi.

Con Anesi, inizialmente, si è fatto un bel viaggio nel passato, ricordando quanto accaduto nelle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Un’edizione storica per lo speed skating azzurro con 2 ori e 1 bronzo: Enrico Fabris nei 1500 metri e il team pursuit sul podio più alto e sempre Fabris terzo nei 5000 metri. Terzetto dell’inseguimento di cui fece parte anche Anesi, insieme al citato campione olimpico e a Ippolito Sanfratello.

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Sono bellissimi ricordi, avevo 21 anni e ho vissuto quelle Olimpiadi a Torino con lo spirito di chi voleva godersi quanto stesse facendo. Non c’era paura e mi volevo divertire nel gareggiare. Eravamo una squadra molto competitiva e sicuramente è stata un’esperienza unica nel suo genere“, ha raccontato Anesi.

Una rassegna a Cinque Cerchi nella quale le luci si sono accese sulla specialità nel Bel Paese, ma i cui riflessi non sono stati così sensibili dal punto di vista numerico in fatto di allargamento degli iscritti alla pratica: “Sostanzialmente questa disciplina ha una diffusione limitata nei nostri confini. C’è stato, grazie al contributo del pattinaggio a rotelle con il modello di Ippolito Sanfratello, un passaggio al ghiaccio. La spinta si è riscontrata più in termini qualitativi e quantitativi. Nel corso degli anni, infatti, sono arrivati dalle rotelle atleti come Davide Ghiotto, Francesca Lollobrigida e Mirko Nenzi. Siamo anche un po’ costretti a lavorare in questa maniera perché il bacino di iscritti non è allo stesso livello di altre nazioni“, ha sottolineato il tecnico azzurro.

Legato a questo discorso, si è approfondito il tema “impianti”. In Italia, non solo nella pratica del pattinaggio pista lunga velocità, esiste una criticità strutturale importante. Il tutto preoccupa un po’, se si pensa ai Giochi di Milano-Cortina 2026: “Stiamo rifinendo la preparazione in Germania, a Inzell, proprio perché da noi non ci sono impianti al coperto attivi che possano consentire di fare un lavoro su un ghiaccio di qualità. Per me, come per gli atleti, sarebbe un sogno quello di avere una struttura adeguata in un centro federale vero e proprio in cui possiamo gestire gli orari come meglio crediamo. Certo, ora il contesto è ancor più difficile, vista la crisi energetica e i costi che gli impianti richiedono dal punto di vista gestionale. Mi auguro che i lavori comincino al più presto. Poi, racconto un aneddoto: io ho vissuto le Olimpiadi a Torino e la pista fu ultimata nel dicembre del 2005. Noi e la squadra giapponese siamo stati i primi a provare il ghiaccio e lo abbiamo fatto con le mascherine prima del test event perché Torino era ancora un cantiere e c’erano gli operai a lavoro. Mi auguro che anche nel mese di dicembre del 2025 potremmo replicare, chissà magari anche con le mascherine per via della polvere che ci sarà…“.

L’Italia ha chiuso il proprio quadriennio con tre medaglie a Pechino e la valutazione di Anesi è la seguente, parlando anche del futuro: “E’ stato un percorso entusiasmante nel quale gli atleti sono riusciti a centrare obiettivi prestigiosi. Abbiamo portato sette atleti di qualità e i risultati sono arrivati. Ora parte un nuovo ciclo e siamo un po’ in difficoltà perché dobbiamo fare i conti con gli infortuni di Jeffrey Rosanelli e Michele Malfatti. Abbiamo aggregato atleti giovani interessanti, che devono crescere, come Daniele Di Stefano e Riccardo Lorello per creare un mix con i più esperti. Su questo filo conduttore stiamo lavorando per questo quadriennio olimpico“.

Il tecnico poi ha evidenziato le differenze che ci sono tra la figura attuale e quella di atleta: “Sono due ruoli diversi anche perché si soffre e si gioisce in maniera differente. Personalmente sono sempre stato uno con i piedi per terra quando gareggiavo e lo sono ancor di più da tecnico. La storia del pattinaggio, però, insegna che le magie ci sono sempre“.

Un nuovo quadriennio con novità dal punto di vista gestionale: “Abbiamo un organigramma nel quale Marchetto è il direttore del pattinaggio pista lunga, collabora con Kenan Gouadec (direttore sportivo del settore velocità) che si occupa di speed skating e short track. Sotto Marchetto ci sono io che ho l’incarico delle distanze sprint e collaboro con lui per le prove distance. C’è stata una piccola rivoluzione perché Enrico Fabris non è più tra i tecnici, avendo scelto di prendersi una pausa. E’ un anno di cambiamento e io credo che soprattutto l’azione di Gouadec sarà sempre più incisiva, dal momento che questo nuovo asset è iniziato da poco“.

Stagione che comincia e con ritiri eccellenti: “Nils van der Poel, come è noto, ha annunciato il suo ritiro dopo aver vinto gli ori nei 5000 e nei 10000 metri alle Olimpiadi di Pechino. Si sono ritirate anche le giapponesi Kodaira e Nana Takagi e un totem come Sven Kramer”.

E il calendario: “Sarà un’annata lunga per certi versi, ma corta per altri. Le prime tappe di Coppa del Mondo a Stavanger, Heerenveen e la doppia apparizione a Calgary saranno funzionali alla qualifica per gli Europei di Hamar (6-8 gennaio 2023). Sarà una rassegna continentale su singole distanze, come i Mondiali (2-5 marzo) a Heerenveen. In quest’ultimo caso, per la qualificazione alla rassegna iridata, si terrà conto anche dei piazzamenti nelle due tappe di Coppa del Mondo a Tomaszów Mazowiecki (Polonia). Il nostro obiettivo è qualificare tanti atleti e poi vedremo con quali ambizioni nello specifico“.

VIDEO INTERVISTA A MATTEO ANESI

Foto: LaPresse