Seguici su

MotoGP

MotoGP, tutti i campioni del mondo italiani. Francesco Bagnaia è il settimo, 13 anni dopo Valentino Rossi

Pubblicato

il

Francesco Bagnaia è il Campione del Mondo 2022 di MotoGP. Il venticinquenne piemontese ha conquistato il titolo grazie a una prepotente rimonta nella seconda metà di stagione, riportando l’Italia a vincere un Iride nella classe regina dopo ben 13 anni. Viene così spezzato il secondo digiuno più lungo di sempre. Al riguardo, è doveroso andare a ripercorrere la storia, citando i nomi di coloro di cui Pecco è divenuto il degno erede, diventando il settimo italiano a laurearsi Campione in top-class.

Il primo è Umberto Masetti, che nel 1950 in sella alla Gilera ha la meglio sul binomio britannico composto da Geoff Duke e dalla Norton. L’emiliano conquista poi un secondo titolo nel 1952, stavolta spuntandola sull’inglese Leslie Graham (MV Agusta) e sull’irlandese Reg Armstrong (Norton). Dopodiché, il secondo campione del Mondo italiano è Libero Liberati, dominatore della stagione 1957. L’umbro sfrutta al meglio la superiorità della Gilera e l’infortunio del compagno di squadra Duke, il quale vede terminare la propria egemonia.

Dopo l’epoca della supremazia di John Surtees, è Mike Hailwood a ergersi quale nuovo punto di riferimento assoluto del Motomondiale. Ed è un pilota italiano a spodestarlo. Parliamo, ovviamente, di Giacomo Agostini. I primi due titoli, datati 1966 e 1967, seguono il medesimo copione. Hailwood lascia MV Agusta per legarsi a Honda, prestazionalmente superiore, ma anche più fragile. Così, il centauro bresciano fa leva sulla migliore affidabilità del proprio mezzo, vincendo l’Iride in volata per due volte.

MotoGP, Valentino Rossi sarà a Valencia per supportare Francesco Bagnaia nella gara decisiva per il Mondiale

La Casa nipponica si ritira però improvvisamente, sia perché decisa a concentrarsi sulla F1, sia perché il Giappone non se la passa benissimo economicamente. La 500cc diventa così proprietà esclusiva di Agostini, che inanella altri cinque Mondiali consecutivi (1968, 1969, 1970, 1971, 1972) senza incontrare alcuna opposizione. In questo lustro, Mino prende il via in 51 Gran Premi iridati, vincendone 49!

Ago viene improvvisamente detronizzato nel 1973, vuoi per un po’ di sfortuna, vuoi perché il compagno di squadra Phil Read si adatta meglio alla nuova MV Agusta 4 cilindri. Agostini però si rifiuta di imboccare il viale del tramonto. Abbandona la Casa italiana e si lega a Yamaha. Nel 1975, il lombardo gusta la sua vendetta sportiva. Ironia della sorte, la stagione segue lo stesso andamento di quelle 1966 e 1967, ma a parti invertite. Mino ha una moto più performante e meno affidabile della MV Agusta di Read, cionondimeno la spunta comunque, portandosi a casa il suo ottavo e ultimo titolo.

Finita l’epopea trionfale di Agostini, l’Italia festeggia due volte a inizio anni ‘80. Il 1981 è l’annus mirabilis di Marco Lucchinelli, che capitalizza al meglio la superiorità Suzuki e le tante gare bagnate (nelle quali, invece, il compagno di squadra e rivale per l’Iride Randy Mamola, proveniente dalla secca e calda California, soffre oltremodo). Nel 1982 trionfa Franco Uncini, sempre su Suzuki, il quale fa valere una costanza di rendimento superiore a quelle di Freddie Spencer (Honda) e Kenny Roberts (Yamaha). Il successo del marchigiano rimane l’ultimo del Bel Paese per quasi un ventennio. Comincia infatti l’epoca degli americani e degli australiani.

Bisogna aspettare il 2001 per rivedere un italiano salire sul tetto del mondo della classe regina. L’uomo del destino è Valentino Rossi, che in sella a Honda demolisce qualsiasi concorrenza, ripetendosi nel 2002 e nel 2003. A questo punto il Dottore cambia moto, legandosi alla derelitta Yamaha per dimostrare di essere indiscutibilmente il migliore. Ci riesce, perché è subito Campione nel 2004, riportando all’Iride la Casa di Iwata al termine di un furioso duello con Sete Gibernau, nel frattempo diventato uomo di punta proprio di Honda. Nel 2005, invece, Rossi non ha rivali e spadroneggia, seppur con una cavalcatura differente.

Valentino vive due anni poco proficui, ma nel 2008 torna Mondiale detronizzando di forza Casey Stoner e la Ducati. Dopodiché, nel 2009, supera alla distanza il ben più giovane compagno di squadra in Yamaha Jorge Lorenzo. È il settimo titolo del tavulliese in top-class, nonché l’ultimo di un italiano fino a oggi. Lo stesso Rossi sfiora un nuovo Iride nel 2015, mentre Andrea Dovizioso tiene aperto il Campionato sino all’ultima gara nel 2017. Entrambi, però, si devono inchinare rispettivamente a Lorenzo e a Marc Marquez. Nel 2022, invece, Bagnaia completa l’opera e iscrive il suo nome nel solco di chi, in passato, ha saputo fregiarsi del numero uno.

Foto: MotoGPpress.com