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Calcio, Gianni Infantino: “Sono orgoglioso della FIFA, questo Mondiale sarà il più bello di sempre”

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Alla vigilia dell’inizio del Mondiale in Qatar, il presidente della Fifa ha tenuto una conferenza stampa di apertura in cui ha dato piena fiducia al Paese ospitante, nonostante le diverse polemiche di questi giorni e di questi mesi riguardo la discutibile organizzazione.

Infantino ha iniziato parlando della scelta di assegnare il Mondiale al Qatar: “Oggi ho belle sensazioni. Sono un figlio di lavoratori migranti. I miei genitori hanno lavorato molto duramente e in difficili condizioni. Ricordo come gli immigrati venivano trattati alle frontiere, quando volevano le cure mediche. Quando sono diventato presidente della Fifa ho voluto vedere qui le sistemazioni dei lavoratori stranieri e sono tornato alla mia infanzia. Ma come la Svizzera a poco a poco è diventata un esempio di integrazione, così sarà per il Qatar”.

Il presidente della FIFA ha poi proseguito: “So cosa vuol dire essere discriminati, così come so cosa vuol dire essere straniero in un Paese straniero. Da bambino mi bullizzavano perché avevo i capelli rossi, perché ero italiano e non parlavo bene il tedesco. Ma tu accetti la sfida, provi a farti degli amici, nuovi contatti, non rispondi all’insulto con l’insulto. Oggi sono orgoglioso della Fifa, di questo marchio sulla giacca, di questo Mondiale, che sarà un bellissimo evento, il più bello che ci sia mai stato”.

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Non è mancato in seguito un commento sui diritti umani: “Sono venuto qui sei anni fa e ho iniziato a occuparmi dei problemi dei lavoratori, a partire dallo stanziamento delle compensazioni per gli incidenti sul lavoro. Se facciamo due passi indietro, il Qatar offre possibilità a centinaia di migliaia di immigrati e lo fa in maniera legale. Noi in Europa chiudiamo le frontiere, creiamo stranieri illegali: quante persone muoiono cercando di entrare in Europa? Si dovrebbe fare come il Qatar, creare condizioni legali per i lavoratori stranieri. Certo, le riforme hanno bisogno di tempo, di anni e anni. Ma chi è qui in Qatar, da lavoratore straniero, lo è in maniera legale e ha tutta l’assistenza, anche sanitaria. Qui ognuno è benvenuto di qualunque religione, di qualunque orientamento sessuale sia. Il Mondiale è una straordinaria occasione di avvicinare il mondo occidentale al mondo arabo. Abbiamo una storia diversa, veniamo da culture diverse, ma facciamo parte dello stesso mondo”.

Il numero 1 della FIFA ha concluso dicendo: “L’anno scorso quando i talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan e gli americani hanno lasciato il Paese, con l’aiuto del Qatar, siamo riusciti a salvare 160 persone, accolte dai qatarioti. Invece i Paesi europei e americani hanno chiuso. E per la prima volta nella storia, undici mila persone sono volate da Israele a Doha, ebrei e palestinesi sugli stessi aerei”.

Foto: LaPresse