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Formula 1

F1, il primo pit-stop di Leclerc è stato un errore di strategia? Con questo Verstappen non sarebbe cambiato nulla…

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Il tema forte del Gran Premio d’Italia di Monza è rappresentato dalla diversa strategia seguita da Ferrari e Red Bull quando, al 12° giro, è stato indetto il regime di Virtual Safety Car per recuperare l’Aston Martin di Sebastian Vettel, rimasta in panne a bordo pista. Il muretto di Maranello ha deciso di richiamare ai box Charles Leclerc, mentre quello del Drink Team ha effettuato la scelta opposta, prolungando il primo stint di Max Verstappen.

L’olandese ha proseguito con mescola morbida, mentre il monegasco si è dotato delle medie quando mancavano ancora 41 tornate al traguardo. Ovviamente il ventiquattrenne del Principato teneva tempi migliori rispetto a quello dei Paesi Bassi, che però ha aspettato esattamente metà distanza prima di passare a sua volta alle gomme bardate di giallo. Rientrato in pista, Super Max si è trovato a 10” dal battistrada, ma con pneumatici di 80 km più freschi.

Non a caso Verstappen ha cominciato ad abbattere il ritardo da Leclerc, recuperando dai 6 decimi al secondo pieno a ogni passaggio. Il Cavallino Rampante si è trovato spalle al muro e ha dovuto richiamare Charles per una seconda sosta, montando nuovamente le soft nella speranza di poter recuperare nella parte finale del GP. Utopia, perché l’olandese con le medie girava praticamente con il medesimo passo del monegasco, distante 20 secondi, con le morbide.

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Viene da chiedersi se a parità di strategia, ovvero se Ferrari non avesse deciso di cambiare pneumatici durante la VSC, sarebbe cambiato qualcosa. La risposta è no, Verstappen avrebbe vinto comunque. Super Max ha dimostrato come i 3 decimi al giro di margine rispetto a Leclerc evidenziati nelle prove libere fossero reali. Stava già recuperando terreno nello stint iniziale, avrebbe fatto altrettanto in quello successivo, quando peraltro entrambi avrebbero dovuto usare un compound più duro e quindi più favorevole a Red Bull.

La verità è che l’olandese e il Drink Team durante le prove libere hanno lavorato in ottica gara, disinteressandosi della lotta per la pole position, sapendo bene come avrebbero dovuto scontare 5 posizioni di penalità. La superiorità di Verstappen e della RB18 non può essere messa in discussione ed è testimoniata proprio dal fatto che dopo la seconda sosta ferrarista, Max pareggiasse il ritmo di Charles nonostante usasse una mescola di uno scalino più dura (morbida contro soft). Sarebbe solo cambiato il modo con cui si sarebbe arrivati all’esito poi effettivamente verificatosi.

Sono sterili anche le polemiche relative al pit-stop di Leclerc in regime di safety car alla fine del GP. Per chi non se ne fosse accordo, il monegasco era finito a 22” da Verstappen. Troppi per pensare di restare in pista e scavalcare l’olandese mentre era in corsia box, sgraffignando così la vittoria con bandiera gialla.

Quest’anno non abbiamo lesinato critiche agli strateghi Ferrari per gli errori marchiani commessi una domenica dopo l’altra, ma oggi attaccarli sarebbe ingiusto. No signori, nella vita bisogna essere obiettivi. Oggi la Scuderia di Maranello non ha buttato al vento alcunché, secondo e quarto posto era il massimo risultato conseguibile e non c’era modo di contrastare chi è stato superiore e ha meritato il successo sul campo.

Foto: LaPresse