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Basket, Europei 2022: la Turchia minaccia di lasciare dopo il caos con la Georgia, inammissibile il ricorso della Lituania

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Poteva essere una domenica europea tutto sommato tranquilla agli Europei, e si è invece trasformata in un giorno di tensioni importanti sul campo e non solo. La situazione più grave riguarda Turchia-Georgia giocata a Tbilisi, ma anche Lituania-Germania, pur limitandosi a questioni di parquet, fa sorgere delle domande.

L’episodio che lascia i maggiori strascichi è indubbiamente quello capitato in Turchia-Georgia, una partita tesissima e finita dopo due supplementari. Nel corso dell’incontro sono stati espulsi da una parte Furkan Korkmaz e coach Ergin Ataman, dall’altra Duda Sanadze, e in campo si è verificato un alterco proprio tra Korkmaz e Sanadze, cacciati dal campo nell’ultimo quarto mentre dalle tribune qualche oggetto ha provato il volo verso il parquet. Ataman, invece, è stato allontanato per doppio tecnico dopo un antisportivo comminato contro Cedi Osman.

Dopo l’88-83 georgiano sui turchi, però, è successo di tutto. Negli spogliatoi, il vicepresidente della Federazione turca, Omer Onan, che è stato peraltro ex buon giocatore con Efes e Fenerbahce nel suo passato, è stato durissimo: “Mentre Furkan Korkmaz stava camminando nel corridoio verso lo spogliatoio con il nostro trainer, i giocatori georgiani che non erano attivamente a roster lo hanno attaccato insieme a Sanadze e alla polizia. Non si dovrebbe attaccare un giocatore che va in spogliatoio. A fine gara, 30 poliziotti ci hanno ingaggiato in una lotta. Abbiamo dovuto combattere con la polizia ufficiale georgiana. Chiamo in causa la FIBA, e ho già parlato con gli ufficiali della FIBA. Non voglio che siamo presi per stupidi. Loro ci daranno tutti i filmati da quel corridoio minuto per minuto senza che nulla manchi. Se questi non ci arriveranno, lasceremo il torneo. Da dovunque la si guardi, non c’è nulla da salvare. Shengelia, che non gioca, e tre giocatori della panchina sono andati negli spogliatoi. A fine match, la polizia era di fronte al nostro. Dovevano proeggerci, in teoria, ma ci hanno spinti tutto il tempo. Finivamo per colpirci con i nostri pugni“.

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L’assistente allenatore Hakan Demir, andato in conferenza stampa al posto di Ataman, ha sostanzialmente ripetuto la questione, sottolineandola da un altro punto di vista: si tratta di cose che non devono avere a che fare con il mondo dello sport. A tutto, però, aggiunge un altro problema: sono “spariti” 22 secondi dal cronometro: “Il fatto è che la partita è stata più corta di 22 secondi. Non 1, 2, ma 22. Questo ci fa pensare che non sia un errore. Seguiremo anche questo filone. Siamo venuti in Georgia aspettandoci di essere in una nazione sorella. Sì, ci sono state tensioni in campo oggi, ma è quanto accaduto dopo che non può essere accettabile. I giocatori possono arrabbiarsi tra di loro in campo, ma sono amici fuori. E’ molto triste che la sicurezza sia stata coinvolta nell’incidente oggi. Ovvio, la Georgia ha vinto, mi congratulo con loro, ma non è questo il punto. Ciò che importa è quanto accade nei corridoi“. La sostanza è che, nel rivedere le immagini dello scontro, nessuno degli arbitri si è accorto che il cronometro è ripartito da 4’48” e si è fermato a 4’26”.

Non si tratta dell’unico episodio (molto) controverso della giornata di ieri. Anche nel confronto tra Lituania e Germania, giocato a Colonia e finito 107-109 per i tedeschi dopo due overtime, ci sono stati problemi, ma dal punto di vista arbitrale. In particolare, si è verificato uno svarione che potrebbe risultare incredibile se non ci fossero le telecamere a confermarlo. La terna arbitrale, formata dall’italiano Manuel Mazzoni e dai polacchi Wojciech Liszka e Michal Proc, si è sostanzialmente dimenticata un libero da fallo tecnico. I fatti: Jonas Valanciunas, nel terzo quarto, ha subito un fallo che lo ha mandato in lunetta con due tiri liberi. Il coach della Germania, il canadese Gordon Herbert, si è infuriato a tal punto da vedersi comminato un fallo tecnico, che vale un libero. Questo va tirato prima delle due conclusioni dalla lunetta legate al fallo di gioco. Ed è proprio quello che non è accaduto. Sono arrivate le proteste, sia prima che soprattutto dopo la partita, perché, chiaramente, un punto in più o in meno qui avrebbe fatto tutta la differenza.

La Lituania ha inoltrato un reclamo per il grave errore arbitrale (ed è la seconda volta in tre anni che capita ai baltici: nel 2019 si ebbe una situazione altrettanto al limite dell’incredibile ai Mondiali con la Francia, protagonista Rudy Gobert). La FIBA lo ha dichiarato inammissibile: “Dopo la conclusione della gara, la Lituania ha inoltrato una protesta circa la mancata assegnazione di un tiro libero su fallo tecnico contro la Germania a 1’26” dalla fine del terzo quarto. Il giudice unico ha ritenuto il reclamo inammissibile perché le sue ragioni sono state esposte oltre i 60 minuti successivi alla partita previsti dal regolamento. Inoltre, anche se il ricorso fosse stato ammissibile, sarebbe stato respinto perché la motivazione non è tra quelle per le quali si può inoltrare”.

Finita? No: nella mattina di oggi sono emersi nuovi dettagli, sfuggiti in un primo momento, ma ricostruiti da Jonas Miklovas di BasketNews. In breve: gli arbitri volevano far tirare il libero dimenticato alla fine dell’ultimo quarto. Lo hanno comunicato alla panchina tedesca, che ha iniziato a protestare presso il commissario FIBA in loco. Gli arbitri hanno cambiato idea, e del libero non c’è più stata traccia. In sostanza, errore mantenuto e con una coda perlomeno particolare nel finale di tempi regolamentari. E c’è già chi ha ritirato fuori la vecchia lotta FIBA-Eurolega, per la quale agli arbitri della competizione di club continentale è fatto divieto di dirigere partite legate alla federazione internazionale.

Foto: fiba.basketball