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MotoGP, le pagelle del GP d’Austria. Bagnaia perfetto, Quartararo anche di più. Viñales torna Mr.Hyde

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Il Gran Premio d’Austria di MotoGP si è concluso con la vittoria di Francesco Bagnaia davanti a Fabio Quartararo. Un risultato che fa sorridere entrambi, Pecco per aver arpionato un successo parziale, El Diablo per aver massimizzato il proprio potenziale in ottica iridata. Non sono però stati gli unici grandi protagonisti dell’appuntamento. Andiamo a fare le pagelle degli uomini più in vista del tredicesimo round del Mondiale 2022.

Francesco Bagnaia (Ducati) – VOTO 10: ha conquistato la vittoria in partenza, “bruciando” Enea Bastianini e ponendosi subito al comando, potendo così impostare la gara a suo piacimento. Bravo soprattutto a mantenere alta la concentrazione anche quando è diventato consapevole di aver acquisito il successo, segno di come forse sia giunto alla tanto agognata maturazione agonistica definitiva.

Fabio Quartararo (Yamaha) – VOTO 10 cum laudesi merita il massimo dei voti, anche più di Bagnaia, perché quella di oggi è una delle migliori prestazioni della carriera. L’inizio è stato difficile, ma a differenza di Assen ha mantenuto il sangue freddo e non si è innervosito nel vedere le quattro Ducati andarsene. Dopodiché ha indossato i panni del sarto, rintuzzando progressivamente lo strappo sino a conquistare un secondo posto preziosissimo nella corsa iridata. A Spielberg è stato l’unico a rompere le uova nel paniere alla Casa di Borgo Panigale e si guadagna la lode per essersi inventato un sorpasso clamoroso su Jack Miller, dove mai l’australiano si sarebbe atteso un attacco.

https://www.oasport.it/2022/08/classifica-motogp-mondiale-2022-francesco-bagnaia-a-44-da-quartararo-dopo-spielberg/

Jack Miller (Ducati) – VOTO 8: altra prestazione solidissima, siamo a tre podi nelle ultime quattro gare. Mezzo voto in meno per essersi fatto sorprendere da Quartararo, ma era difficilissimo parare il colpo tirato dal francese in un punto assolutamente anticonvenzionale. Alla luce del suo rendimento, viene da chiedersi se Ducati non lo abbia scaricato troppo frettolosamente. Chi si frega le mani è Ktm, conscia di aver messo sotto contratto un centauro che magari non vincerà mai il Mondiale, ma può garantire risultati di peso a raffica.

Luca Marini (Ducati) – VOTO 9: si meriterebbe il massimo dei voti per come ha condotto la gara domenicale, ma l’esito della qualifica pesa in negativo. Non fosse partito dalla quinta fila, si sarebbe giocato il podio. La sua quarta piazza vale comunque oro e gli consente di riallacciare quel discorso interrottosi dopo il Sachsenring. Sta crescendo, chissà che a Misano, pista da lui ben conosciuta e amata, non possa issarsi nella top-three.

Aleix Espargarò (Aprilia) – VOTO 7: il voto rispecchia una posizione d’arrivo discreta, ed è andata ancora bene. Purtroppo per lui a Spielberg non è mai riuscito a incidere. Sicuramente non sarà ancora al 100% dopo la brutta caduta di Silverstone, ma in Austria è complessivamente apparso appannato. Resta a galla nella corsa al Mondiale, ma è evidente come possa essere al massimo il terzo incomodo tra i veri duellanti, ovvero Quartararo e Bagnaia.

Jorge Martin (Ducati) – VOTO 5: occasione sciupata. Non tanto per la caduta all’ultimo giro, dove si è preso un rischio eccessivo nel tentativo di arpionare il podio, quanto per la somma tra la scivolata e l’errore precedentemente commesso alla nuova chicane. L’impressione è che questo eterno ballottaggio per la seconda sella del Factory Team 2023 non stia facendo bene né a lui, né a Bastianini.

Enea Bastianini (Ducati) – SENZA VOTO, anche se merita un 8 d’incoraggiamento solo per le qualifiche. È tornato a brillare di luce propria dopo un lungo periodo difficile. Un problema all’anteriore lo ha messo fuorigioco praticamente all’istante, altrimenti avrebbe verosimilmente detto la sua quantomeno per la piazza d’onore. Il duello rusticano con Martin prima del ritiro dimostra quanto sia sentita la sfida per la Desmosedici GP23 dipinta di Rosso, ma si sta dimostrando controproducente per tutti.

Maverick Viñales (Aprilia) – VOTO 4: dopo aver disputato tre gare molto positive, con due podi e un successo sfiorato, Doctor Jekyll è tornato a lasciare posto a Mister Hyde. Chiude tredicesimo, colando progressivamente a picco dopo un ottimo inizio. Per una ragione o per un’altra a Spielberg sono sempre dolori. Per fortuna quest’anno non c’è alcun double header e si può dimenticare in fretta il contesto stiriano.

Joan Mir (Suzuki) – VOTO 2: aveva una grande qualità, una solidità mostruosa, quella che gli ha consentito di diventare Campione del Mondo 2020. Da quando Suzuki a maggio ha annunciato il disimpegno dalla MotoGP, invece è una presenza fissa nella ghiaia. Irriconoscibile.

Foto: MotoGPpress.com