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Doping, cosa sta succedendo in Norvegia? Una legge consente, di fatto, ai minorenni di doparsi liberamente?

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Un autentico tsunami potrebbe investire tutto lo sport norvegese a partire dal primo gennaio 2023. Una legge dello Stato scandinavo, concepita teoricamente per tutelare i minorenni, è infatti in aperto conflitto con le normative Wada. La vicenda è sinora passata sottotraccia, ma è diventata di dominio pubblico nella giornata di ieri, quando il presidente della federazione norvegese di pallamano, Kåre Geir Lio, ha lanciato un allarme attraverso i microfoni della televisione Nrk.

“Non si può andare avanti così. Bisogna sedersi a un tavolo e studiare una soluzione. Nessuno trae beneficio da quanto sta accadendo” ha dichiarato Lio. Nel prossimo futuro la Norvegia sarà coinvolta nell’organizzazione di svariati eventi di primo piano relativi alla pallamano (Mondiali femminili 2023, Mondiali maschili 2025, Europei maschili 2026, Europei femminili 2028), ma rischia di perderli tutti. Anzi, rischia di non poter proprio organizzare appuntamenti di carattere internazionale in nessuno sport!

Lio ha recitato il ruolo di ariete, perché svariati manager di altre discipline gli hanno fatto eco. La presidente della federcalcio norsk, Lise Klaveness, ha detto “sarebbe drammatico perdere il diritto di organizzare eventi internazionali”. Il direttore sportivo della squadra di sci di fondo, Espen Bjervig, ha dichiarato come “la situazione sia seria e vada risolta. Sono fiducioso che si possa trovare una via d’uscita, perché altrimenti le conseguenze sarebbero molto serie”. Al riguardo, bisogna ricordare come i Mondiali di sci nordico 2025 sono programmati proprio in Norvegia, a Trondheim.

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Cosa sta succedendo? Il mondo dello sport si è compattato per dare una sveglia alla politica. Il problema è rappresentato da una legge che impedisce di effettuare test antidoping senza il consenso dei genitori sugli atleti di compresi tra i 15 e i 18 anni. La conseguenza della norma è che nessun norvegese in tale fascia di età abbia subito un test a sorpresa negli ultimi due anni! D’altronde l’agenzia antidoping norvegese (ADNO), se vuole effettuare un prelievo su un minorenne, deve prima chiedere il consenso al padre e/o alla madre. Pertanto, banalmente, il test non è più a sorpresa! Ciò significa che Antidoping Norway non sta rispettando i propri obblighi nei confronti delle linee guida Wada. Nel giro di pochi mesi ADNO rischia di essere dichiarata “non conforme”.

Le conseguenze potrebbero essere pesantissime. Una delle prime sanzioni sarebbe l’impossibilità di organizzare manifestazioni di carattere internazionale. Però, se la situazione dovesse trascinarsi, ci sarebbe persino la possibilità di vedere i norvegesi banditi dalla partecipazione ai Giochi olimpici! Chiaramente questo epilogo è ancora molto lontano e si verificherebbe esclusivamente se non si dovesse porre rimedio a una dinamica spinosa.

Tuttavia qui si esula dall’ambito sportivo. C’è di mezzo un ministero, quello cha pensato la legge e ora si trova a doverla cambiare. Le autorità sportive norvegesi stanno facendo quadrado, chiedendo a gran voce la modifica di una norma paradossale. Pensata per tutelare i minorenni, apre in realtà la porta ad abusarne. Questa legge, de facto, consente a genitori senza scrupoli di impedire qualsiasi test antidoping a sorpresa sui loro figli sino al compimento della maggiore età. In questo modo allenatori poco raccomandabili, o i genitori stessi, potrebbero stilare un programma atto all’utilizzo di sostanze non consentite in un’età critica per lo sviluppo biologico e atletico di ogni persona!

Messe alle strette dagli eventi, le zelanti menti ministeriali che tempo addietro hanno partorito questa legge-boomerang si renderanno ora conto del paradosso generato, correggendo un autentico cortocircuito?

Foto: La Presse