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Volley femminile. Dopo il flop olimpico, il trionfo europeo, la VNL e un vivaio inesauribile. I Giochi non devono diventare un’ossessione

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Godersi ogni vittoria come se fosse la prima o, speriamo di no, l’ultima: in Italia si fa fatica, tanta fatica, soprattutto quando le aspettative sulla squadra in questione sono altissime. Succede dunque che l’Italia, un mese dopo il flop olimpico, vinca un Europeo in casa della Serbia, battendo le padrone di casa e vendicandosi della sconfitta di Tokyo ma che non riesca a gioire fino in fondo perchè si pensa ancora alla sconfitta nei Giochi.

Succede anche che l’Italia, undici mesi dopo ma contemporaneamente due anni prima di Parigi o due mesi prima del Mondiale, vinca la VNL, ex World League, battendo fra l’altro la Turchia, stavolta in semifinale, a casa sua e subito il pensiero di tanti appassionati va alle sconfitte di Tokyo, al Mondiale in arrivo o addirittura alla sfida di Parigi.

Fu così per la Generazione dei Fenomeni ma dagli errori bisogna sempre e comunque imparare. Per l’Italia al femminile quando si parla di incubo olimpico non ci si riferisce all’oro che fu la chimera della squadra maschile anni ’90: si parla di podio o addirittura di semifinali. Tanto basterebbe a colmare una lacuna importante e che rischia di trasformarsi in ossessione, a maggior ragione se si vince tanto in altri ambiti come sta accadendo ultimamente.

E’ arrivato il momento in cui le altre Nazionali di punta hanno dovuto affrontare un inevitabile ricambio generazionale che l’Italia ha affrontato qualche anno fa: gli Stati Uniti, la Serbia, lo stesso Brasile battuto in finale, o la Cina. In casa azzurra, invece, è naturalmente arrivato il momento in cui questa generazione è all’apice delle proprie potenzialità ed è destinata a restarci per diverso tempo visto che nessuna delle giocatrici titolari ha in programma il pensionamento a breve.

Ora è il momento di godersi tutto quello che arriva giorno per giorno, di crearsi aspettative alte perchè con questa squadra non potrebbe essere altrimenti ma i Giochi sono stati un anno fa e saranno fra due anni. In mezzo, con una relativa tranquillità in chiave qualificazione, ci sono tanti trofei da provare a conquistare, tenendo monitorata la crescita delle rivali più forti che in questo momento hanno dimostrato di essere inferiori alle azzurre. Ai Giochi si inizierà a pensare quando saranno vicini.

Davide Mazzanti undici mesi or sono era sul banco degli imputati, qualcuno ne pretendeva il licenziamento o addirittura le dimissioni. Oggi chi lo osanna deve dire grazie a chi allora non ha ragionato di pancia ed ha lasciato lavorare un allenatore che riesce sempre ad ottenere il massimo dalla propria squadra. Dal punto di vista tecnico la finale della VNL ha confermato che di una giocatrice questa Nazionale non può fare a meno in questo momento, Caterina Bosetti.

La VNL ha sancito il sorpasso di Orro su Malinov per il posto da regista titolare anche se al momento la situazione è ancora abbastanza fluida, il sorpasso di Pietrini su Sylla per il posto di seconda banda in prospettiva Mondiali, soprattutto se Sylla non riuscirà a sistemare i problemi fisici che l’assillano da troppo tempo e non le permettono di essere efficace in attacco come ai tempi migliori. La VNL ha detto che ci sono tre giocatrici da cui difficilmente si può prescindere nel ruolo di titolari: Danesi e Chirichella al centro e De Gennaro libero. Di Paola Egonu non serve parlare, basta ammirarla in tutto il suo splendore.

Guardandosi un attimo attorno, nel periodo delle certezze e della fioritura del gruppo azzurro, si scopre che l’Italia può contare anche sul miglior vivaio europeo: le squadre azzurre fanno incetta di titoli a livello continentale giovanile e ai Mondiali sono sempre lì con le prime. Il sistema funziona e il ricambio arriverà a breve e starà a questo gruppo accogliere chi si merita di farne parte. La pallavolo italiana femminile è un movimento in salute che non può e non deve essere fermato. La pandemia e la crisi da una parte faranno perdere alla serie A1 qualche super campionessa ma dall’altra permetteranno alle giocatrici anche più giovani di affrontare sfide sempre più probanti e questo è il classico caso in cui da un problema può nascere un’opportunità.

Foto Fivb