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Formula 1

F1, GP Gran Bretagna 2022: promossi e bocciati. Leclerc e Hamilton, che leoni! Voto 0 per il muretto Ferrari

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Il Gran Premio di Gran Bretagna è andato in archivio con la vittoria di Carlos Sainz davanti a Sergio Perez e Lewis Hamilton. Un risultato che ha fatto discutere soprattutto perché la Ferrari ha sacrificato Charles Leclerc, alfine relegato al quarto posto, in favore dell’iberico. Una mossa quantomeno singolare in ottica iridata. Andiamo, dunque, a vedere chi sono i promossi e i bocciati di Silverstone.

PROMOSSI

HALO – Possiamo dirlo senza timore di smentita, se Guanyu Zhou non ha avuto alcuna seria conseguenza dopo l’incidente di ieri, il merito è tutto dell’aureola che ha protetto la sua testa mentre l’Alfa Romeo strisciava sull’asfalto. D’altronde il particolare angolo d’impatto con il suolo, unito alla violenza dello stesso, ha sbriciolato la parte più elevata del roll bar. Per fortuna che Halo c’è, perché altrimenti il cinese avrebbe rischiato gravi lesioni. Incredibile pensare come, nel momento della sua istituzione, ci fosse chi lo contestava perché rendeva le F1 “brutte”.

CHARLES LECLERC – Ha fatto di tutto per vincere e, senza l’ingresso della safety car, ci sarebbe riuscito nonostante abbia dovuto combattere contro “il fuoco amico” rappresentato A) da un compagno di squadra tutt’altro che arrendevole, nonostante fosse di 8 decimi più lento B) da un muretto box alquanto incerto nell’impartire ordini di scuderia e C) da una scelta strategica tafazziana nel momento in cui è entrata in pista la vettura di sicurezza. Il quarto posto finale è una beffa e non gli rende giustizia. Peraltro il duello con Hamilton è stato da antologia.

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LEWIS HAMILTON – Un leone. Non si dica mai più che vinceva solo grazie all’auto. Certo, avere una vettura dominante aiuta, ma il talento sopraffino non può essere messo in discussione. Lo aveva già dimostrato in Turchia nel 2020, tanto per fare un esempio a caso. Quando è necessario, Lewis ci mette tanto del suo, proprio come accaduto ieri. Un terzo posto da applausi sul circuito di casa che lo ripaga di ogni goccia di sudore versata per conquistarlo. Non ha per le mani una monoposto vincente, ma andando avanti di questo passo qualche magia potrebbe consentirgli di prendersi la soddisfazione di tramutare la scorbutica W13 da ranocchia in principessa, quantomeno per un giorno.

MICK SCHUMACHER – Finalmente sono arrivati i primi punti della carriera, curiosamente sulla pista dove il padre, quando lui era ancora in fasce, ebbe l’incidente più grave della sua carriera. Una bella soddisfazione, che regala ossigeno al tedesco, messo recentemente in discussione per i suoi errori più che per le sue prestazioni. Ieri invece ha disputato una gara solida, proprio nella giornata in cui contava di più, perché l’occasione di entrare nella top-ten era propizia. Si è pure preso il lusso di ingaggiare un bel duello tra figli d’arte con Max Verstappen. Da qui, per il ventitreenne teutonico, potrebbe cominciare una nuova carriera.

BOCCIATI

MURETTO FERRARI – C’è altro da aggiungere, a parte tutto quello che è stato già detto e scritto? Si sono viste tre mosse tafazziane in un crescendo rossiniano. Per due volte si è permesso che Sainz, palesemente più lento di Leclerc, facesse da tappo al monegasco. Poi l’apoteosi finale di non richiamare Charles per montare le soft quando mancavano dodici giri al traguardo e la corsa era stata neutralizzata. Ormai sta diventando una specie di sitcom, cosa si inventeranno gli strateghi ferraristi per tirarsi la zappa sui piedi da soli? La realtà supera la fantasia.

ALPHA TAURI – “L’altra squadra italiana” ha vissuto una giornata da dimenticare. Pierre Gasly e Yuki Tsunoda sono entrambi stati coinvolti in incidenti al primo via, dopodiché c’è stato il patatrac del contatto tra le due monoposto, quando il giapponese è goffamente finito in testacoda tentando il sorpasso sul francese. Zero punti raccolti in una domenica in cui, invece, la Haas porta ambedue le vetture a punti e Vettel muove la classifica dell’Aston Martin.

DANIEL RICCIARDO – La situazione della McLaren non è delle più stimolanti, ma l’australiano appare l’ombra del pilota irriducibile del passato, quello che in Red Bull era in grado di tenere testa a Max Verstappen a parità di auto e in Renault sapeva salire sul podio nonostante le difficoltà. Il compagno di squadra Lando Norris ieri è giunto sesto, niente di speciale in senso assoluto, ma quantomeno un risultato dignitoso in una giornata in cui il veterano aussie ha disputato un GP totalmente anonimo, chiudendo penultimo.

Foto: La Presse