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Formula 1

F1, cosa ha sbagliato la Ferrari e cosa avrebbe potuto fare per non danneggiare Leclerc e non scontentare Sainz

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La Ferrari è tornata al successo, conquistando il Gran Premio di Gran Bretagna. Cionondimeno, il tema forte della gara odierna non è rappresentato dal primo e dal quarto posto delle Rosse, bensì dal fatto che la Scuderia di Maranello abbia commesso un’incredibile sequela di errori. Anzi, pardon. È stata commessa una sequela di errori che sarebbe incredibile se non parlassimo dei manager del Cavallino Rampante, ormai diventati maestri nel tirarsi da soli la zappa sui piedi.

Da dove vogliamo cominciare? Innanzitutto dal momento in cui Max Verstappen si è fiondato ai box perché ha capito come ci fosse qualcosa che non andava sulla sua Red Bull. A quel punto Carlos Sainz e Charles Leclerc si sono trovati in prima e seconda posizione. Lo spagnolo era davanti, ma era anche più lento del monegasco. Il muretto non ha impartito alcun ordine, lasciando i due piloti liberi di fare la propria gara. Il risultato? Lewis Hamilton ha cominciato a recuperare terreno e solo quando l’iberico ha effettuato la sua sosta, il ventiquattrenne del Principato ha potuto sfruttare la pista libera.

L’errore è stato reiterato in maniera più marcata pochi minuti dopo. Hamilton ha allungando lo stint con mescola media e Leclerc aveva assoluta necessità di contenere il gap entro i 19 secondi, allo scopo di evitare un clamoroso overcut. Nessun problema, sulla carta, Charles con gomma dura nuova recuperava comodamente quattro decimi al britannico, nonché otto decimi al compagno di squadra, il quale era rimasto davanti anticipando il pit-stop. Francamente questo è stato il momento più surreale della gara, perché la Ferrari ha letteralmente messo a repentaglio la propria vittoria.

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Il monegasco stava volando, non avrebbe avuto difficoltà a ridurre il distacco dall’inglese se avesse potuto tenere il proprio ritmo. Sarebbe stato sufficiente spiegare la situazione a Sainz che, vale la pena ribadirlo, stava girando 8 decimi più piano della vettura gemella e, con gomma dura nuova, perdeva terreno da chi aveva la media usata. Invece il messaggio radio è stato “siete liberi di fare la vostra gara”! Il risultato è stato quello di far perdere due tornate a Leclerc prima di dire a Carlos “stai andando troppo piano”. Incredibile, ma vero. Si è tergiversato per lunghi minuti, consentendo una lotta fratricida tra le due Rosse. Che senso ha avuto tutto questo, se poi l’ordine è arrivato comunque??? Perdonate i tre punti di domanda, ma sono necessari per sottolinare la situazione. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Per fortuna, il pit-stop di Hamilton è stato lento e il veterano britannico è tornato in pista dietro alle Rosse. L’apoteosi tafazziana però è arrivata nel momento dell’ingresso della safety car, quando mancavano dodici passaggi alla bandiera a scacchi. Richiamare solo Sainz e non Leclerc per montare mescola morbida rappresenta una mossa inspiegabile, alfine costata il successo al monegasco (ma non alla Ferrari).

La domanda sorge spontanea. Cosa avrebbe potuto fare Maranello per tutelare il ventiquattrenne del Principato senza scontentare il ventisettenne madrileno? Semplice, avrebbe dovuto parlare chiaro a priori. Sarebbe stato sufficiente dire “Carlos, lo sappiamo quanto vali e abbiamo fiducia in te, ma la classifica del mondiale è questa, le performance tue e di Charles sono queste e in Red Bull hanno delle gerarchie definite. Per quanto doloroso, se vogliamo vincere il Mondiale, dobbiamo applicarle anche noi. Facciamo in modo di giocare di squadra e cerchiamo di conquistare questo benedetto titolo. Il tuo momento arriverà, ma adesso siamo in difficoltà e dobbiamo fare quadrato”.

Insomma, sarebbe bastato effettuare una riunione per mettere in chiaro il ruolo di numero uno e di numero due. Non prima di Silverstone, sia chiaro, settimane fa. Se non è stato fatto, denota una mancanza di cinismo destinata a essere pagata a caro prezzo. La F1 è uno sport spietato, soprattutto se i tuoi rivali perseguono una determinata politica. Invece, se la riunione c’è stata e Sainz ha risposto picche, significa che il management attuale è debole. Forse troppo debole per laurearsi Campioni del Mondo.

Foto: La Presse