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Nuoto, pagelle Mondiali 2022: Martinenghi e Ceccon seminano bene. Razzetti cocente delusione, Miressi non convince

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Nuoto, pagelle Mondiali 18 giugno

THOMAS CECCON 8.5: Una giornata quasi perfetta per il veneto che conquista ancora con la staffetta veloce la prima medaglia mondiale in carriera, il bronzo, contribuendo attivamente all’ottimo risultato degli azzurri. Nel frattempo si prende la soddisfazione di sbriciolare per due volte il record italiano dei 50 farfalla ed entra in finale con qualche speranza di centrare il podio. Ormai la promessa è diventata realtà ed ogni volta si scopre qualcosa di nuovo di lui.

ALESSANDRO MIRESSI 5: Si può dire, lo ha fatto lui stesso, che la 4×100 stile libero ha conquistato la medaglia “nonostante” la sua prestazione. Un 48″4 in finale che sta a metà fra una condizione lontana da quella ottimale di Tokyo e la voglia di resistere al ritmo forsennato di Dressel nella vasca di andata per provare a metterlo in difficoltà. E’ vero che la gara individuale è un’altra storia ma tirare giù il secondo che serve per giocarsela per le medaglie appare molto complicato.

LORENZO ZAZZERI 9: Semplicemente strepitoso. la medaglia di bronzo della staffetta porta la sua firma con il 47″35 lanciato che consegna a Frigo il vantaggio giusto da gestire, almeno sul quarto. La continuità di rendimento nei momenti decisivi lo contraddistingue da un paio di stagione, su di lui si può sempre contare e anche oggi può uscire dalla Duna Arena felice.

MANUEL FRIGO 7.5: Aveva in mano una patata bollente consegnata da uno Zazzeri scatenato. Ha gareggiato con avversari velocissimi, ha gestito al meglio le energie, poco ha potuto contro l’Australia ma ha respinto l’attacco di tutti gli altri con un tempo di tutto rispetto. Missione compiuta, ancora una volta!

MARCO DE TULLIO 7.5: E’ un altro De Tullio quello che per 350 sogna e fa sognare nei 400 stile libero. Messa da parte la tattica attendista va all’arrembaggio e se la gioca fino alla fine, non riuscendo a resistere a chi ne aveva di più nel finale. Migliora il personale ed entra in una nuova dimensione. Era partito da un quinto posto mondiale e riparte dal quinto posto mondiale.

ELENA DI LIDDO 5: Bella anche da vedere al mattino, quando mette lì un sub 58″ che lascia sperare nella seconda finale mondiale consecutiva. Al pomeriggio, però, quando la tavola sembra apparecchiata per entrare in finale, arriva la contro-prestazione: gara anonima, tempo più alto di quanto si potesse pensare anche nella peggiore delle previsioni.

NICOLO’ MARTINENGHI 7.5: L’impressione è che abbia ancora tanto margine di miglioramento. I tempi per entrare in semifinale prima e in finale poi sono buoni soprattutto per come ha affrontato le due gare, senza spendere troppe energie. Gli avversari per lì’oro sono Kamminga e Fink e tutto si giocherà negli ultimi 30 metri

LORENZO GALOSSI 5.5: Sarebbe servito il personale per strappare il pass per la finale dei 400 stile libero che sarebbe già stato un grande risultato per il promettente allievo di Christian Minotti. E’ partito a tutta velocità e poi ha perso brillantezza progressivamente facendosi raggiungere e superare da tanti avversari. Voleva un debutto travolgente ai Mondiali ma il tempo per rifarsi, anche qui a Budapest, magari dando una mano in staffetta, non gli manca.

PIERO CODIA 6: Già esserci per il 32enne friulano, è un grande successo dopo tre anni in cui ha rischiato di finire nell’oblio. Peccato per quell’arrivo pessimo nello spareggio che aveva meritato di vincere e che invece promuove il polacco Czerniak. La condizione c’è e può essere una buona notizia anche per la 4×100 mista.

ALBERTO RAZZETTI 4.5: Si è spento sul più bello, esattamente quando lo scorso anno riusciva a fare la differenza piazzando rimonte straordinarie. Alberto Razzetti è la prima vera delusione del Mondiale, dopo un anno di trionfi e di risultati di altissimo spessore alla Duna Arena che un anno fa lo aveva incoronato come rivelazione azzurra dell’Europeo, arriva una bocciatura nei 400 misti che si potrebbe spiegare solo con una preparazione mirata per Roma ma il Razzetti visto in Ungheria assomiglia molto a quello di Riccione e questo, a due mesi di distanza, potrebbe essere un problema.

Foto Lapresse