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MotoGP, Italia: il Mondiale è una chimera. Già tre ritiri per Bagnaia e Bastianini, Quartararo troppo lontano. Obiettivo 2023 per il titolo

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Il Montmelò mette K.O. l’Italia del Motomondiale, almeno se guardiamo alla MotoGP. A meno di clamorosi capovolgimenti di fronte nelle gare a venire, Valentino Rossi è destinato a rimanere almeno per un altro anno l’ultimo Campione del Mondo della classe regina nato nel Bel Paese. Il titolo, dal 2010 in poi finito quasi sempre in Spagna salvo occasionali viaggi in Australia e Francia, non prenderà a breve la via del Piemonte o della Romagna.

L’odierno Gran Premio di Catalogna ha infatti spento definitivamente le speranze di Francesco Bagnaia ed Enea Bastianini nella corsa all’Iride. Entrambi sono finiti nella ghiaia, seppur in maniera totalmente diversa. Pecco può recriminare per un’oggettiva sfortuna. La sua unica “colpa” è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, ovvero proprio sulla traiettoria di Takaaki Nakagami, arrivato alla prima staccata come uno scriteriato. Oggi davvero non si può rimproverare nulla all’alfiere della Ducati, semplicemente travolto da un evento sfavorevole, personificato da un fin troppo arrembante giapponese. La Bestia invece ha commesso un errore. Non il primo dell’anno.

Non sapremo mai come sarebbe andata se Bagnaia avesse potuto disputare la sua gara. L’impressione è che il secondo posto sarebbe stato ampiamente alla portata. Chissà se Pecco avrebbe avuto la possibilità di infastidire Fabio Quartararo, ma ormai non ha più importanza. Lo zero odierno è pesantissimo perché si aggiunge a quelli di Lusail e Le Mans. Tre ritiri in nove gare sono troppi per poter ambire al titolo, soprattutto se c’è qualcuno che invece non manca un colpo.

VIDEO MotoGP, la caduta di Francesco Bagnaia alla prima curva. Nakagami lo colpisce con il casco!

Un ritardo di 66 punti è praticamente incolmabile, a meno che El Diablo non cominci a sbagliare, o non venga a sua volta bersagliato dalla sfortuna. Però è un dato di fatto come il francese abbia mancato la bandiera a scacchi solo una volta negli ultimi ventisette GP! Servirebbe, quindi, una crisi improvvisa.

Riguardo Enea Bastianini c’è invece poco da dire, la sua candidatura al titolo è sempre stata molto aleatoria, nonostante le tre affermazioni. I picchi di rendimento ci sono, manca tutto il resto. Quando non ha vinto, la Bestia ha racimolato una media di 3 punti/gara. Una miseria, considerando come questo rendimento valga per due terzi dei GP disputati. Anzi, con oggi il conto delle cadute è pari a quello dei successi. Il potenziale è altissimo, ma viene ancora espresso solo a tratti.

Insomma, mentre la bussola del titolo iridato 2022 punta sempre più verso Quartararo, l’Italia deve verosimilmente già guardare al 2023. Bagnaia e Bastianini potranno togliersi altre soddisfazioni quest’anno, ma il bersaglio grosso può dirsi mancato. Vedremo se almeno nelle categorie inferiori arriverà una gioia. In tal senso, il go-to-guy è Celestino Vietti in Moto2

Foto: MotoGPpress.com