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Matteo Berrettini, l’uomo che dopo ogni infortunio rinasce e torna più forte

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L’Italia esulta con Matteo Berrettini. Il tennista romano regala all’Italia la prima gioia maschile di questo 2022 portandosi a casa il torneo di Stoccarda, sesto titolo della sua carriera. Un successo che poteva sembrare inaspettato per i più distratti, a causa dello stop di tre mesi per l’operazione alla mano destra subita ad inizio primavera. Ma il numero 10 al mondo ha sempre avuto una costante, quello di tornare sempre più forte dopo uno stop.

Una caratteristica vista già nell’ormai lontano 2016, quando Matteo bazzicava nei Futures: un infortunio al ginocchio sinistro lo tenne lontano per oltre sei mesi, ma impiegò due tornei per arrivare alla prima finale della stagione a Reggio Emilia, poi non giocata con Stefano Travaglia. Tre anni dopo, dopo gli ottavi a Wimbledon soffrì di un problema alla caviglia che lo tenne fuori per più di un mese. Dopo un ko con Juan Ignacio Londero a Cincinnati, arrivò l’esplosione di Matteo agli US Open, con la sua grande cavalcata fino alle semifinali ed il suo ingresso in top 10.

Un altro persistente problema fisico è stato quello agli addominali nel 2021, patito durante il match con Karen Khachanov agli Australian Open. Un altro stop per poi tornare direttamente ad aprile: prima il ko con Alejandro Davidovich Fokina a Montecarlo, seguito immediatamente dal successo a Belgrado e dalla finale al Masters1000 di Madrid. Nuovo fastidio alle ATP Finals e Berrettini rientra direttamente in Australia: ATP Cup per carburare, semifinale agli Australian Open.

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Adesso, dopo il problema alla mano, Berrettini ha addirittura ‘eliminato’ i match di adattamento arrivando direttamente ad un ottimo risultato in Germania. Un buon modo per cominciare la stagione sull’erba, al solito assai breve e che avrà il suo culmine a Wimbledon, ormai vicinissimo. Matteo è ormai una figura simile ad un’araba fenice, capace di tornare dagli infortuni con uno spirito rinvigorito e con un gioco performante. Un ottimo segnale in vista dei Championship, che rimangono pur sempre un torneo dello Slam anche senza punti ATP. E sull’erba, al momento, non sono molti a potersela giocare con il romano.

Foto: LaPresse