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MotoGP, Suzuki grande sconfitta di giornata a Jerez. Mir mai in corsa per il podio, Rins fuori dalla zona punti

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Ancora una volta la Suzuki si mangia le mani. Senza mezzi termini. Il Gran Premio di Spagna, sesto appuntamento del Mondiale di MotoGP 2022, rappresentava una grande occasione per la scuderia di Hamamatsu ma, per l’ennesima domenica, i due piloti tinti di azzurro tagliano il traguardo con ben pochi motivi per cui sorridere.

Sul circuito di Jerez de la Frontera, infatti, Joan Mir ha concluso in una anonima sesta posizione, mentre Alex Rins ha fatto ampiamente peggio, non andando oltre la 19a, al termine di una prova decisamente insufficiente. Un bottino quanto mai deludente per i due spagnoli che, da padroni di casa, volevano ben altro dal loro primo weekend casalingo (ne vivranno altri tre tra Barcellona, Aragon e Valencia). Le illusioni si sono sgretolate sin da subito…

La Suzuki prosegue nel suo consueto canovaccio. Tanti sprazzi interessanti, una GSX-RR che sembra proporre un fine settimana di livello ai suoi “fantini”, ma per un motivo o per un altro, pole position, vittorie e punti vanno poi agli avversari. Solitamente il team nipponico soffre nel corso delle qualifiche del sabato, rendendo complicate le gare per colpa di rimonte dalla pancia del gruppo. A Jerez de la Frontera, invece, la “frittata” si è spalmata lungo tutto il corso del fine settimana.

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Succede ormai da troppo tempo, per cui non fa più notizia. Le occasioni sprecate si accumulano e bruciano in maniera doppia se si pensa che iniziano ad arrivare anche su piste (proprio come quella andalusa) sulle quali le moto di Hamamatsu, in teoria, dovrebbero brillare. Manca sempre qualcosa per chiudere il cerchio. In questo modo gare e titoli non si vincono e, alla lunga, è sempre più complicato trattenere due grandi piloti come Joan Mir e Alex Rins.

Certo, anche loro non sono esenti da colpe, sia ben chiaro, ma la china intrapresa dalla Suzuki non può che preoccupare. Il tempo stringe. Il catalano accusa già 20 punti da Fabio Quartararo, il campione del mondo 2020 invece 33. Urge una svolta e, finalmente, mettere a posto tutte le tessere di un puzzle che, al momento, appare irrisolvibile dalla scuderia giapponese.

Credit: MotoGP.com Press