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Tennis, Jannik Sinner: “Non ho paura quando gioco, cerco di dare sempre il 100% di quello che ho”

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Jannik Sinner ha deciso di non prendere parte questa settimana al torneo ATP500 di Barcellona (Spagna). L’altoatesino, reduce dai quarti di finale raggiunti nel Masters1000 di Montecarlo, vuol sfruttare questo breve periodo per recuperare da alcuni problemi fisici (vescica all’alluce del piede) e soprattutto allenarsi in vista della tripletta sulla terra rossa “Madrid-Roma-Parigi”.

Buoni segnali sono arrivati nel Principato dove Sinner, pur non essendo al meglio della sua condizione, ha messo in mostra soprattutto qualità morali importanti al cospetto dei migliori giocatori del mondo. La vittoria contro il n.8 ATP Andrey Rublev, finalista nel 2021 a Montecarlo, e la sconfitta per pochissimo contro il n.3 del ranking, Alexander Zverev, sono stati incontri di alto profilo.

In un’ intervista concessa a La Stampa, il ragazzo di Sesto Pusteria ha chiarito alcuni aspetti interessanti. Il primo, relativo al gioco e alla gestione delle partite: “Sento la tensione, come tutti. La paura no. Quella mi capita di provarla, un pochino, quando mi buttavo giù dalla montagna con gli sci, in discesa libera. Nel tennis no. Nei punti decisivi esce il vero carattere di un giocare. A me viene naturale tirare forte quando c’è il punto che conta. Anche se a volte dovrei imparare a metterci più rotazione“, ha raccontato Jannik.

Tennis, Jannik Sinner e l’idiosincrasia contro i top-5: limiti tecnici e fisici, ma l’attitudine è giusta

Parlando del torneo disputato nel Principato, la valutazione è la seguente: “Sono partito meglio dell’anno scorso a Montecarlo. L’anno passato persi al secondo turno contro Djokovic, stavolta ho perso nei quarti contro il n.3 del mondo, Zverev, e anche Rublev lo devi battere. Non era un tabellone semplice. Mi servirà per mettere su un po’ di muscoli, che non fanno male“.

E poi non si vede l’ora di giocare a Roma: “E’ la cosa che mi piace di più in assoluto. Giocare in casa ti mette un po’ più di pressione, è vero. Dall’altra parte, però, quando urlano il tuo nome è una sensazione fantastica. E il pubblico può davvero tirarti su e farti vincere una partita quando sei in crisi“.

Partite a Montecarlo che hanno confermato anche alcuni limiti tecnici su cui l’altoatesino sta lavorando: “Il servizio è il colpo su cui devo lavorare, lo so. Ora servo già un po’ più forte, è bastato intervenire su qualche piccolo dettaglio, contro Carreno Busta a Miami ad esempio ho fatto 15 ace, e non mi era mai capitato. Ma ci sono altre cose: il tocco di palla, lo slice di rovescio e le smorzate. Devi allenarle, non puoi giocarle solo in partita, anche se non saranno mai il mio punto forte“.

Sinner poi guarda alla rivalità Alcaraz, ritenendo che non sarà l’unica, perchè ci saranno probabilmente altri tennisti che saliranno di livello. E a questo proposito, il suo approccio è il seguente: “Giocare al 100% con questo che si ha. Sto provando a farlo ogni partita, a cavarmela anche se non sono al massimo fisicamente o non è giornata. Se non ti funziona il servizio, puoi sempre provare con il dritto, il rovescio, la volée“.

Foto: LiveMedia/Jean Catuffe/DPPI