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Tennis, Jannik Sinner e l’idiosincrasia contro i top-5: limiti tecnici e fisici, ma l’attitudine è giusta

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Ci siamo quasi, ma ancora non basta. Jannik Sinner deve fare un po’ il bilancio della situazione dopo il torneo di Montecarlo, considerando che non lo vedremo questa settimana protagonista a Barcellona nell’ATP500 sulla terra rossa catalana. Motivo? Preservarsi, curarsi e allenarsi in vista degli impegni di Madrid, Roma e soprattutto del Roland Garros.

Una stagione fin qui buona dal punto di vista dei risultati per Jannik: 19 vittorie e 4 sconfitte, pari all’83% di successo. Nel Principato si è confermata una tendenza: la capacità di Sinner di battere tennisti tra la sesta e la decima posizione del ranking, ma l’idiosincrasia nei confronti di chi è nella top-5. L’affermazione contro Andrey Rublev (n.8 del mondo) e il ko contro Alexander Zverev (n.3 ATP) sono due dati emblematici.

Alla fine della fiera Jannik è con 0 vittorie e 11 sconfitte nei match contro quei tennisti che rientrano nel novero dell’elite assoluta (top-5), mentre è in vantaggio con quei tennisti tra la sesta e decima posizione della classifica mondiale (7 vittorie e sconfitte). Ma cosa manca all’altoatesino? Parlando di un ragazzo di 20 anni è opportuno considerare un percorso tecnico e tattico incompleto. Contro Zverev, il ragazzo di Sesto Pusteria ha avuto la sua chance per prevalere e da fondo ha espresso un tennis anche migliore del suo avversario, ma ha pagato dazio per alcuni aspetti: le poche prime di servizio in campo e un numero scarso di “punti gratuiti” con il fondamentale; variazioni assenti al cospetto di un Sascha che spesso era molto lontano dalla riga di fondo. Da questo punto di vista, quanto fatto da Stefanos Tsitsipas è stato emblematico del piano tattico che andava adottato.

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Ovviamente sono situazioni di gioco di cui è consapevole lo stesso Jannik, ma non di automatica attuazione, essendo lui un giocatore che fa della pressione da fondo il suo marchio di fabbrica. Servirà un po’ di tempo e c’è da dire che in altri match alcune cose interessanti si sono viste, ma va data la giusta continuità. Ovviamente, fondamentale anche una forma fisica ottimale, cosa che il classe 2001 del Bel Paese non ha mai avuto in questo 2022, tra Covid, influenza e vesciche.

L’attitudine di Sinner è già da top-5, ma il gioco ancora no e per questo il proseguimento del lavoro con Simone Vagnozzi dovrà portare a questo perché per puntare al meglio possibile sarà necessario mettere appunto alcuni particolari per compiere lo step definitivo.

Foto: LiveMedia/Laurent Lairys/DPPI