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Ciclismo

Damiano Caruso illumina sull’Etna: gamba stellare, meritava il Giro d’Italia! La scelta discutibile della Bahrain

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Damiano Caruso ha offerto un grande spettacolo sull’Etna, meritandosi ampiamente il successo della tappa regina del Giro di Sicilia e la conquista della classifica generale. Il ragusano, in gara con la casacca della Nazionale Italiana, ha illuminato sulla sempre insidiosa ascesa al vulcano ed è stato decisamente combattivo: il primo attacco è giunto addirittura a otto chilometri dall’arrivo, successivamente si è riproposto più volte in maniera arrembante e poi ha piazzato la rasoiata risolutrice all’interno degli ultimi due km, quelli con le pendenze più aspre. Proprio in quel frangente ha vinto il bel duello con Vincenzo Nibali e si è involato verso il trionfo solitario.

Si tratta di un bel sigillo per il 34enne, apparso già in ottima forma e capace di brillare di fronte al proprio pubblico, imponendosi per la prima volta da professionista nella sua amata isola. Damiano Caruso ha preso confidenza nei propri mezzi e il secondo posto ottenuto lo scorso anno al Giro d’Italia sembra averlo sbloccato, tanto da avergli dato quella personalità da capitano che non sembrava essere nella sua indole dopo una carriera da gregario di lusso. Il siciliano ha convinto in maniera dirompente nel corso di questa settimana, si è anche ben comportato da leader della Nazionale e sembrerebbe anche in forma per il Giro d’Italia. C’è un ma gigante: Damiano Caruso non prenderà parte alla Corsa Rosa.

Giro di Sicilia 2022: dominio di Damiano Caruso sull’Etna, tappa e classifica generale. Vincenzo Nibali 4°

Questa è la scelta incomprensibile adottata dalla Bahrain-Victorious, che ha deciso di indirizzare il nostro portacolori verso il Tour de France, ma per svolgere un ruolo di gregariato per lo spagnolo Mikel Landa. Una decisione che non appare così lungimirante, visto che Damiano Caruso avrebbe potuto davvero puntare al bersaglio grosso al Giro d’Italia, considerando la sua eccellente gamba, la nuova tenuta mentale, un percorso congeniale alle sue caratteristiche e la caratura della concorrenza, a cui oggettivamente l’azzurro non ha nulla da invidiare.

Foto: Lapresse