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Ciclismo

Yaroslav Popovich: “Ho visto i treni pieni di bambini senza genitori e ho pianto. Alcuni ricchi ucraini pensano a bere”

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Vi ricordate di Yaroslav Popovich? Dopo aver vinto praticamente tutto da dilettante, disputò una buonissima carriera da professionista tra il 2002 e il 2016, raggiungendo anche un terzo posto nel Giro d’Italia 2003 di Gilberto Simoni. Oggi riveste il ruolo di direttore sportivo della Trek-Segafredo. Tuttavia il lavoro è ormai passato inevitabilmente in secondo piano, perché il classe 1980 sta aiutando attivamente il proprio Paese, l’Ucraina, nelle drammatiche e atroci ore di questi giorni. Popovich si sta dando da fare presso dei centri di raccolta di materiale di emergenza in Italia, incaricandosi poi di trasportare il tutto con un camion sino al confine. Il racconto che ci ha fatto a Bike2u, condotto da Gian Luca Giardini, lascia impietriti e senza molte parole da aggiungere.

Una guerra bruttissima, cattivissima. Sto aiutando le persone il più possibile. Da quando sono tornato dall’UAE Tour, mi sono messo a disposizione del mio Paese. Avevo pensato di tornare in Ucraina e prendere le armi. Solo che ho chiesto ai miei amici sul posto e mi hanno detto di avere già tanti militari professionisti. L’unica cosa che avrei potuto fare sarebbe stata montare delle protezioni, ma questo non mi piaceva. Allora ho iniziato a frequentare questi centri di raccolta dove si mandano tutte le cose indispensabili da mandare in Ucraina”.

I primi giorni le persone non sapevano cosa portare. Portavano tantissimi vestiti e scarpe, abbastanza inutili: quel che serve davvero sono i medicinali. La gente per l’inverno è preparata, tutti hanno i vestiti. E’ vero che tanta gente è scappata di casa quasi con niente, comunque i vestiti ce li hanno, non muoiono di freddo. Adesso quelli che hanno più bisogno sono i militari. Quindi servono medicinali, sacchi a pelo, stufette. Adesso c’è bisogno di cibo, mia sorella mi ha mandato una foto di un supermercato vuoto. Il problema è che nella zona dove viviamo noi in Ucraina (ad Ovest, dunque verso il confine con la Polonia, ndr) sono arrivati tanti profughi ucraini ricchi e con i macchinoni, gente che ha rifiutato di uscire dall’Ucraina e che sta facendo vita normale, o quasi. La gente del posto si sta incazzando e gli è stato proibito di acquistare alcolici. Sono stati messi dei cartelli con scritto ‘vi diamo ospitalità, vi aiutiamo, vi diamo da dormire, ma se cominciate a bere vi mandiamo al fronte’. Queste persone ricche sono scappate da dove si svolge il conflitto, si sono recati in zone sciistiche e fanno la bella vita. Solo che i nostri ragazzi vanno nella loro terra con le armi a morire per loro. Per questo c’è lotta anche con queste persone. Poi ci sono anche persone che scappano come i bambini. La settimana scorsa sono stato al confine ucraino a portare le scorte. In una stazione polacca è arrivato un treno pieno di bambini, tutti senza genitori: mi sono messo a piangere. Poi al confine sono rimasto 8 ore in fila per scaricare i medicinali e ho visto ogni 5 minuti passare bus pieni di bambini che andavano nei campi profughi. Poi ho visto tante mamme con uno, due o tre bambini che non sapevano dove andare. E’ molto difficile da raccontare“.

LA VIDEO INTERVISTA COMPLETA A YAROSLAV POPOVICH

Foto: Olycom.com