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Short track, Arianna Fontana: “Dotti mi ha fatta cadere apposta, in Nazionale ambiente tossico”

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Prosegue senza sosta il lungo botta e risposta tra Arianna Fontana e la FISG. Una polemica cominciata a Pechino e che continua anche fino ad oggi, come dimostrano le parole della valtellinese in una lunga intervista al Corriere della Sera. Il rapporto tra bicampionessa olimpica dei 500 metri e i massimi rappresentanti della federazione sono ormai ai minimi storici e soprattutto Arianna ha voluto replicare alle critiche che Andrea Gios, numero uno della FISG, aveva fatto nella conferenza stampa di fine Olimpiade: “Hanno detto che non sono una leader e che ho spaccato la Nazionale. Essere sul ghiaccio da 16 anni è un modo di essere leader. Se non mi interessasse della squadra oggi sarei stata zitta”. 

Fontana parla apertamente dei problemi avuti in passato con lo staff tecnico della Nazionale: “E’ dal 2010 che vivo male certe situazioni con gli allenatori. Mi stavano trasformando in una fondista e avevo perso le mie doti da sprinter. Dopo Sochi ad allenare resta solo Kenan Goudec e deve gestire 15/20 atleti, troppi. E’ spesso in ritardo, a volte non lucidissimo, non è più lui e scema la fiducia di tutta la squadra. Sanfratello sa tutto e mi rendo conto che devo trovare una soluzione”. 

Il tema principale riguarda la figura di Anthony Lobello, marito ed allenatore di Fontana. La valtellinese sperava in un ingresso dell’italo-americano nel gruppo della Nazionale e ricorda come fu il CONI in passato a mettere sul piatto una proposta, che venne poi respinta: “Da maggio 2017 Anthony diventa ufficialmente il mio allenatore. Sul ghiaccio lavoro con Gaudec, fuori con mio marito. Kenan non la prende bene e inizia a fare ostruzionismo sciocco. Mi metto il paraocchi e tiro dritto. Dopo le Olimpiadi del 2018 arriva il primo oro ed il CONI ha l’idea di mettere mio marito come CT delle ragazze. Anthony chiede di impostare a modo suo il quadriennio olimpico, chiede autonomia, ma l’accordo salta e la federazione ritira la proposta”. 

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Un altro personaggio che ha portato ai malumori tra Fontana e FISG è Ludovic Mathieu, allenatore francese che si era occupato del gruppo azzurro: “Dopo che Goudec diventa direttore tecnico, ci sono tanti allenatori diversi ed arriva anche un francese, Ludovic Mathieu. Siamo a Baselga di Pinè ed il presidente Gios mi chiede di riunirmi al gruppo, ma Anthony dice che Mathieu non ha capito nulla di me e le strade restano separate. Quello che succede a Courmayeur gli dà ragione, perchè mi viene chiesto di pattinare con i ragazzi”. 

Arianna aveva accusato che alcuni compagni di farla cadere durante gli allenamenti e questa volta Fontana entra nel dettaglio anche con nomi e modalità, che hanno portato anche ad un infortunio per la valtellinese: “Tommaso Dotti ed Andrea Cassinelli si mettono a fare tracce pericolose davanti a me, cambi di direzione, accelerano, decelerano, una roba pericolosa. E’ palese che vogliono farmi cadere. Io mi tengo a debita distanza ed alla riunione tecnica ammettono che non vogliono che mi alleni con loro. Cassinelli alla fine smette, ma Dotti va avanti con i suoi giochetti e alla fine il giorno del contatto arriva. Vado dritta contro le balaustre e 50 all’ora e la caviglia si gonfia. In Giappone Dotti ci riprova, ma io imposto la traccia per bloccarlo e a fine allenamento altre azzurre vengono da me a congratularsi”. 

Sullo sfondo c’è sempre l’Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Sarebbe la chiusura perfetta del cerchio per la pattinatrice azzurra, visto che ha iniziato la sua avventura olimpica a Torino 2006 vent’anni fa. Ma ci sarà Arianna Fontana? “Il vero problema è che un atleta ha il diritto di allenarsi in un ambiente sereno ed il nostro invece è tossico. Tutti hanno paura ad esprimersi, ci sono giovani appena entrati in squadra che vogliono smettere. E’ importante che l’atleta venga ascoltato, non che venga usato come mezzo per arrivare alle medaglie. A Milano-Cortina vorrei arrivarci, perchè chiudere ai Giochi italiani come ho iniziato sarebbe una favola, ma altri quattro anni così non li faccio”. 

FOTO: LaPresse