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MotoGP, l’inizio del Mondiale 2022 è un “ballo in maschera”. Tra i camuffamenti Ducati c’è, Pecco Bagnaia ancora no

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Carnevale è terminato da un pezzo, ma il Mondiale di MotoGP non ha intenzione di calare la maschera. Anzi, il campionato iridato a due ruote sembra fare di tutto per travisare il proprio vero volto. Meglio così, perché aumentano l’incertezza e, di conseguenza, l’interesse. Due vincitori diversi in due gare sono una situazione ordinaria nell’attuale Motomondiale. Cionondimeno, chi avrebbe scommesso un euro sul fatto che le prime affermazioni stagionali potessero essere appannaggio di Enea Bastianini e Miguel Oliveira?

Eppure è successo, con una Ducati “vecchia” e una Ktm ad appropriarsi dei successi, in barba alla muta di GP22 fiammanti, alla Yamaha Campione del Mondo in carica e alla Honda in cerca di rivincita. Tutto molto bello, perché rende ancora più saporita una pietanza già parecchio gustosa di per sé. Peraltro i valori in campo sono tutti da decifrare. Per esempio nel deserto del Qatar le M1 erano in affanno, mentre nella jungla indonesiana hanno improvvisamente trovato competitività. Questione di asfalto e, soprattutto, di caratteristiche del tracciato. Indice di come sia decisamente troppo presto per trarre qualsiasi conclusione. D’altronde, giudicare qualcuno in maschera, esporrebbe solo al rischio di prendere un granchio. Tuttavia, si può tentare di leggere tra le righe per provare a intuire i reali connotati di una MotoGP ancora misteriosa.

In primis si ha l’impressione che Ducati sia la moto migliore, essendosi espressa bene sia a Losail che a Mandalika. Magari in Indonesia non era la più forte, ma ha comunque frequentato i quartieri nobili delle classifiche. In seconda istanza Yamaha avrà sì dei difetti, soprattutto alla voce motore, ma non è certo un triciclo a pedali privo di qualità. La M1 può essere molto competitiva dove contano la ciclistica e l’agilità. In terzo luogo Honda si direbbe migliorata, ma non ha ancora risolto tutti i mali da cui è stata afflitta nell’ultimo biennio. Rimane da pesare la Ktm, una rondine non fa primavera, ma due iniziano a essere un segnale. Se i prodotti di Mattighofen dovessero fare bene anche a Rio Hondo, allora avremmo qualcosa di più di un indizio. Suzuki e Aprilia, seppur con le dovute proporzioni, probabilmente si aspettavano di essere più avanti. Però anche loro andranno rimesse sulla bilancia, perché gli elementi al momento a disposizione per giudicare sono davvero troppo pochi.

https://www.oasport.it/2022/03/classifica-motogp-mondiale-2022-enea-bastianini-leader-dopo-il-qatar/

Dunque una MotoGP bravissima a nascondere il proprio vero volto, allo scopo di attirare quante più attenzioni possibile. Sul fronte dei piloti, chi è uscito meglio dai blocchi fra i “Tre tenori” annunciati alla vigilia della stagione è senza dubbio Fabio Quartararo. Per quanto col fiato corto in Qatar, il francese avrebbe probabilmente dominato la scena in Indonesia se non fosse arrivata la pioggia. Due prove comunque solide per El Diablo, che al netto delle condizioni atmosferiche ha tirato fuori il massimo dal suo potenziale e da quello della Yamaha. Invece Marc Marquez si trova impantanato in un acquitrino fatto di dubbi e incertezze. Meno efficace del compagno di box Pol Espargarò a Losail, sempre per terra a Mandalika. Che succede? Solo episodi, oppure c’è una difficoltà più profonda? La risposta potrebbe arrivare a breve, perché ora il ventinovenne spagnolo troverà due autodromi a lui particolarmente favorevoli. Se non dovesse cominciare a graffiare neppure tra l’Argentina e il Texas, allora avrebbe davvero un problema.

Chi sta peggio, però, è senza dubbio Francesco Bagnaia. Il martello di fine 2021, capace di vincere a ripetizione e di proporsi come un candidato al titolo iridato, non solo non ha ancora battuto un colpo, ma quando ci ha provato è clamorosamente andato a vuoto. Un brutto errore in Qatar e un GP anonimo in Indonesia rappresentano un’autentica falsa partenza. Fortunatamente, in un Mondiale senza padrone, i distacchi dai rivali annunciati sono ancora contenuti. Certo è che Pecco scrive già -26 da un Quartararo, al contrario, oltremodo concreto. Al di là dei camuffamenti e dell’annacquamento dei valori in campo, Ducati c’è. Sta il venticinquenne piemontese riuscire a concretizzare il potenziale di una moto ancora da affinare, ma già in grado di lasciare il segno. Bisogna però farlo in fretta, altrimenti il rischio è di vedere gli avversari volare via. Adesso c’è una settimana di pausa per schiarirsi le idee, nell’attesa di confrontarsi dall’altra parte dei confini del mondo, ovvero nel GP d’Argentina. In Sudamerica avremo le prime conferme, oppure proseguirà il ballo in maschera di questo inizio di 2022?

Foto: MotoGPpress.com